TOUR ELETTORALE
PORDENONE «Non devono più ripetersi fatti come quelli

Martedì 20 Febbraio 2018
TOUR ELETTORALE
PORDENONE «Non devono più ripetersi fatti come quelli accaduti qui, vicino a Pordenone, a Maniago. Quando noi denunciamo che l'islam non è solo una religione ma usa la religione per imporre un modo di vivere incompatibile con le nostre libertà denunciamo quello che è successo a Maniago e che non vorrei che domani succedesse in altre parti d'Italia». Il leader leghista Matteo Salvini è appena sceso dall'auto in piazzetta Cavour a Pordenone quando pronuncia queste parole. E poco più tardi - in corso Garibaldi circondato da circa 150 militanti arrivati in un freddo pomeriggio di lunedì per salutarlo - tornerà sull'argomento legato ai fatti della scuola abusiva sul Corano scoperta dai carabinieri. E d'altra parte, a Pordenone dove c'è il nervo scoperto dei profughi, la Lega vuole mostrare la sua faccia più dura: «Qui - insiste Salvini - non deve vigere la legge dell'islam. È inconcepibile una scuola abusiva dove prendi gli schiaffoni se sei un bambino. Tutti sono i benvenuti, anche se in realtà solo il 10 per cento di chi arriva scappa da guerre, ma in ogni caso in Italia vige la legge italiana e quindi pretendo rispetto da chi è accolto».
A RAUSCEDO
Il candidato premier della Lega, ieri in regione per un tour elettorale partito da Trieste, è arrivato a Pordenone verso le 15.30. Mezz'ora prima era passato ai Vivai Coop Rauscedo: ad accoglierlo nella capitale delle barbatelle il sindaco di San Giorgio Michele Leon e il vertice dei Vivai Coop. Davanti a una sala con oltre duecento persone Salvini si è lanciato: «Da premier, il primi ministro che nominerò sarà proprio quello dell'Agricoltura perché è da qui che si ricomincia». E poi via a Pordenone. Dove è sempre l'agricoltura il filo-conduttore. Salvini viene accompagnato - con lui i candidati Massimiliano Fedriga e Vannia Gava, oltre al consigliere Simone Polesello - nello spaccio aperto in corso Garabaldi nel dicembre scorso dall'azienda Palcoda di Matteo Bellomo, un ventunenne che ha deciso di fare l'allevatore di capre e pecore in una malaga ad Andreis e di vendere i suoi prodotti in città. Matteo, l'allevatore, diventa subito un simbolo per le politiche agricole dell'altro Matteo, il leader leghista. «Bravo, alla tua età - gli dice Salvini mentre condivide un panino al formaggio e una birra artigianale nello spazio ristretto dello spaccio - ci vuole coraggio a fare quello che fai. Dobbiamo ripartire dalla terra, dai prodotti nostri e dai giovani come te». Poi si avvicina il gioielliere Mario Marini che consegna a Salvini un opuscolo della Confesercenti di cui è presidente. Ma c'è ancora qualche minuto per i cronisti. Le elezioni regionali? «Ne parliamo dopo il 5 marzo, fino ad allora è troppo importante mandare a casa Renzi e i disastri dei governi del centrosinistra. Dopo il 5 marzo c'è tutto il tempo per una squadra compatta che riporti il Friuli Venezia Giulia a essere un regione utile ed efficiente cosa che oggi non è». E il candidato? Il leader glissa con una battuta: «Può farlo Matteo», il riferimento è ancora al giovane allevatore.
SELFIE E FOTO
Fuori, in corso, la piccola folla di leghisti attende. Immancabile il comizio volante in strada. «Altro che ritorno del fascismo, i problemi veri sono disoccupazione e immigrazione fori controllo e delinquenza». Poi un'altra promessa con una battuta: «Prometto che se vinceremo il primo consiglio dei ministri lo faremo nella malga di Matteo. Tanto nel governo uscente le capre non mancano». Applausi. E poi oltre mezz'ora di foto e selfie con i militanti. Alle 16,30 si riparte, Treviso e Ferrara attendono.
Davide Lisetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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