Forza Italia, Marangon guida la fronda degli azzurri delusi da Cortelazzo

Giovedì 3 Maggio 2018
POLITICA
ROVIGO Qualcosa si muove nel centrodestra. Troppo parlare di una fronda, anche se durante il pranzo carbonaro che si è tenuto sabato a Badia più di una stoccata è stata lanciata in direzione di alcune figure di spicco di Forza Italia, senza fare nomi, ma con riferimenti chiari a tutti i presenti. Seduti attorno ad un tavolo, tanti politici di primo piano, dagli attuali primi cittadini di Trecenta Antonio Laruccia, di Lendinara Luigi Viaro, di Lusia Luca Prando, di Calto Michele Fioravanti, di Giacciano con Baruchella Natale Pigaiani, a grandi ex, come il già sindaco di Badia Polesine Paolo Meneghin o come la già presidente del consiglio provinciale Fiorella Cappato. Il tutto condito dalla presenza di qualche vicesindaco ed assessore. Ma non solo personaggi del mondo della politica, visto che allo stesso tavolo erano seduti anche esponenti del mondo economico ed associativo, da Fabio Ortolan a Elia Lubian.
PATTO DEL RISOTTO
Presente anche l'ex segretario provinciale di Forza Italia Mario Borgatti. Una sorta di convention che con un po' di magone, visto anche che tutto si è svolto in località Magona, ha dato una lettura non esaltante di quanto avvenuto negli ultimi tempi a livello provinciale. E, per cercare di dare una scossa a quella che è stata definita ««una nave senza nocchiero», i presenti hanno convenuto sulla necessità di darsi una più solida organizzazione.
Un patto del risotto, orchestrato dell'ex assessore regionale Renzo Marangon, che ha personalmente chiamato tutti gli invitati, uno per uno. Appena rientrato in Forza Italia dopo l'addio burrascoso nel 2015 e l'infatuazione tosiana, Marangon sembra infatti pronto a mettere in subbuglio il gruppo dirigente azzurro. E con Viaro, che di Forza Italia ricopre l'incarico di coordinatore degli enti locali, a cercare di smussare gli angoli nei panni di pompiere, ma con qualche collega decisamente incendiario. Anche se nessuno lo dice apertamente, la direzione commissariale del partito, affidata a Piergiorgio Cortelazzo, padovano appena eletto alla Camera nel collegio di Legnago, così come le scelte del recente passato, sembrano aver disgregato una forza che, come rimarca lo stesso Marangon, che pur fieramente doroteo di formazione, non si nasconde, «in Polesine può e deve giocare un ruolo di guida, mentre attualmente chi dovrebbe tracciare le linee politiche del nostro territorio è talmente irrilevante da non meritare nemmeno un arrabbiatura».
LARUCCIA INSODDISFATTO
Un po' di nervoso, invece, sembra per esempio averlo accumulato Laruccia che, seppur ora faccia buon viso a cattivo gioco, ancora non ha digerito la gestione della partita dell'acqua e l'improvviso mutamento del sindaco di Rovigo Bergamin. La proposta di Marangon è chiara: «Elezioni o non elezioni, tante sono le sfide che il Polesine deve affrontare nei prossimi mesi: si pensi anche solo all'importanza della scelta di una grande azienda come Amazon di installarsi qui, a conferma del fatto che la visione che avevamo avuto in prospettiva sul fronte delle infrastrutture e della logistica era azzeccata». Il pranzo, che come qualcuno ha notato, potrebbe avere come slogan Io ci sono, è solo il primo di una serie, di almeno tre, se non quattro. Almeno nelle intenzioni. Per sabato scorso gli inviti si erano indirizzati verso le figure altopolesane. Ma, con quello che bolle in pentola anche ad Adria, presto un pranzo carbonaro potrebbe essere organizzato da quelle parti. Anche perché Marangon è stato visto più di una volta nella città etrusca, anche in compagnia di Mauro Mainardi e Barnaba Busatto, tanto per buttare lì due nomi. In pentola, dunque, bolle di sicuro qualcosa di più di un semplice risotto.
Francesco Campi
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