L'allarme prostituzione

Venerdì 5 Ottobre 2018
L'allarme prostituzione
LA VICENDA
ROVIGO La casa chiusa, che era stata sigillata dopo il sequestro, è stata aperta. Un giallo inaspettato che avvolge di un alone di mistero la vicenda della casa di appuntamenti dove si prostituivano le lucciole cinesi, messa sotto sequestro preventivo martedì pomeriggio al termine di un blitz compiuto dalla Squadra mobile. Ieri mattina, infatti, i sigilli apposti sulla porta d'ingresso della palazzina al numero 38 di via Carducci, erano stati rotti. E qualcuno era entrato nell'appartamento violando il divieto stabilito dall'autorità giudiziaria. Un reato espressamente previsto all'articolo 349 del codice penale, per il quale sono previste pene che vanno dai 6 mesi ai 3 anni di reclusione. Non una cosa di poco conto, insomma. E chi ha corso un grosso rischio, lo deve aver fatto per un motivo valido. Potrebbero essere stati dei soldi nascosti da qualche parte o anche documenti personali che erano rimasti all'interno dell'appartamento.
AZIONI GIUDIZIARIE
Le possibilità, al momento, sono molteplici e le indagini si arricchiscono di ulteriori aspetti da verificare. Non è da escludere fra l'altro, visto che il sequestro preventivo in casi del genere è una misura abbastanza inconsueta, che questo fosse stato addirittura messo in preventivo. La casa a luci rosse è stata sottoposta a sequestro preventivo dal giudice per le indagini preliminari che ha accolto la richiesta avanzata dal pubblico ministero che ha coordinato l'attività della Mobile rodigina. La Prima sezione, infatti, aveva da un po' messo sotto la lente l'appartamento in questione, arrivando a formulare l'ipotesi di reato di sfruttamento della prostituzione. Perché se la vendita del proprio corpo in cambio di denaro non è un reato, lo sono una serie di fattispecie che solitamente, anche se spesso molto difficilmente dimostrabili, ruotano attorno a questo fenomeno: il reclutamento, il favoreggiamento, l'induzione, la tratta di persone.
IL BLITZ
Martedì pomeriggio, verso le 15.30 è scattata l'operazione, con numerosi poliziotti, con le pettorine e una videocamera che riprendesse le operazioni, che ha filmato anche l'interno dell'abitazione. Dentro, in quel momento, non c'era alcun cliente, ma solo due donne, non giovanissime, entrambe cinesi e sprovviste di documenti. Se fossero entrambe due vittime o se una delle due fosse una sorta di maitresse, non è dato saperlo. Le domande che sono state loro rivolte hanno infatti ottenuto risposte a dir poco vaghe. Il primo ostacolo sembra essere stato rappresentato dalla lingua, visto che le due sembravano conoscere a memoria solo alcune frasi fatte, la maggior parte delle quali non adatte certo alle circostanze in cui si trovavano in quel momento, oltre all'indirizzo della casa. In ogni caso, anche se non hanno sostanzialmente aperto bocca, gli elementi in mano alla polizia erano più che sufficienti per sostenere quelle fosse l'attività che veniva esercitata all'interno della casa.
Ora, alla luce dell'ingresso illegale da parte di qualcuno, in violazione del sequestro, le indagini sembrano ampliarsi ulteriormente. Quasi a offrire ulteriori riscontri a un quadro più ampio rispetto a quello che a prima vista potrebbe apparire.
Francesco Campi
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