IL CASO
Il matrimonio non può diventare la prassi per incassare una rendita

Domenica 10 Marzo 2019
IL CASO Il matrimonio non può diventare la prassi per incassare una rendita
IL CASO
Il matrimonio non può diventare la prassi per incassare una rendita parassitaria: è infatti sufficiente la presenza di mezzi adeguati o la possibilità di procurarseli per non avere diritto all'assegno di mantenimento. È il principio seguito da i giudici della prima sezione civile, presieduta da Daniela Ronzani, per non concedere l'aumento e azzerare gli alimenti a una 35enne, originaria del Brasile, che l'ex compagno le pagava da un anno. Dal 2017 separata da un manager, che vive a Treviso, la donna, secondo i magistrati, si sarebbe nei fatti dimostrata una scansafatiche. Sebbene in possesso di una laurea avrebbe fatto poco o nulla per trovare un lavoro e mantenersi. E la decisione dei giudici non ha suscitato scandalo. «L'assegno divorzile si poggia su un principio di solidarietà: non è un atto dovuto, altrimenti diventerebbe una rendita parassitaria. La sentenza di Treviso è un pronunciamento che si richiama ai principi della Cassazione che ha cercato di limitare la concessione indiscriminata degli alimenti», a dirlo all'Ansa Gian Ettore Cassani, presidente dell'Associazione avvocati matrimonialisti italiani. «Per ottenere l'assegno - precisa - non basta il divario economico». Da quanto filtrato a rivolgersi ai giudici sarebbe stata la 35enne. «L'assegno da 1100 - in sintesi la richiesta della donna - non basta. Ne voglio 1900». Il motivo? «Quando ho conosciuto il mio ex facevo la segretaria in Brasile ma mi sono licenziata per seguirlo». Un nuovo lavoro? «Non parlo bene l'Italiano, non mi vogliono». Ma i magistrati hanno demolito tutte le argomentazioni della donna. Hanno bocciato la richiesta di a 1900 euro e bloccato l'assegno di 1.100. Non solo. Dovrà pagare le spese legali all'ex. «Non c'è prova - per i giudici - che la 35enne si sia accordata con l'allora compagno per lasciare il lavoro, sposarlo e seguirlo». I giudici, pur riconoscendo il rilevante divario economico tra i due, mettono in evidenza la scarsa volontà (quasi inerzia) dimostrata dalla donna nel cercare un'occupazione anche in virtù di un'età e un titolo di studio facilmente spendibile.
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