«Murarono casa mia perciò li ho denunciati»

Domenica 4 Febbraio 2018
«Murarono casa mia perciò li ho denunciati»
TARZO
«Hanno murato le porte della mia casa, per questo li ho querelati e denunciati». Angelo Pradella, il tarzese che lo scorso agosto si fece promotore dell'arrivo di nove rifugiati con regolare permesso di soggiorno in via Ruio, interviene sull'azione legale che ha voluto intentare contro il Comune, l'Usl ma anche contro sua sorella e altri soggetti.
«Innanzitutto precisa Pradella quei ragazzi erano qui a Tarzo per fare del volontariato. Per sistemare le case che avrei dato all'iniziativa dei corridoi umanitari e per ospitare mamme con bambini, mentre nel vecchio tabià volevo creare un punto di ristoro e di appoggio per far dormire chi percorre a piedi la via delle Dolomiti. Dunque era un intervento di valorizzazione». E Pradella punta il dito contro il Comune nello specifico contro il sindaco Vincenzo Sacchet e il responsabile dell'ufficio tecnico e l'Usl 2 per aver eseguito accertamenti sulle sue proprietà. «Hanno preso la decisione di murarmi le porte con i bi-mattoni, il sindaco si è occupato di faccende non sue, per questo l'ho querelato. Hanno vantato dei diritti sulla proprietà altrui» aggiunge.
Per Pradella l'immobile di via Ruio dove facevano base i giovani pakistani e afghani era in regola ed aveva gli allacciamenti. Diverso il punto di vista del Comune e dell'Usl che avevano evidenziato «carenze igienico-sanitarie». «Ho querelato mia sorella perché quella casa non è sua» aggiunge con riferimento alla vicenda legata alla proprietà contesa di uno degli immobili di via Ruio. «L'udienza in tribunale a Treviso è già fissata: si terrà il 23 febbraio» chiude un battagliero Pradella.
C.B.
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