Presidenza Fvg, l'ultima parola a Salvini

Domenica 11 Marzo 2018
Presidenza Fvg, l'ultima parola a Salvini
IL DILEMMA
UDINE «Non deve essere una battaglia personale, la scelta del candidato alla presidenza della Regione deve essere condivisa». Ha assunto i toni della colomba il leader regionale della Lega Nord, Massimiliano Fedriga, inaugurando ieri a Trieste la sede giuliana di Progetto Fvg, l'organizzazione politica di Sergio Bini organica al Centrodestra.
Ma i fatti dicono altro. Cioè che domani sarà il segretario nazionale del Carroccio Matteo Salvini a decidere sul Friuli Venezia Giulia, nell'incontro che avrà proprio con Fedriga. Quell'oltre 26% arrivato quasi insperatamente alle politiche e che ha segnato una distanza siderale da Forza Italia, ferma all'11%, detta di fatto le regole per il prosieguo del cammino del Centrodestra in regione.
«Ho sempre dato la mia disponibilità, ma ciò non vuol essere una imposizione», ha premesso ieri. Tuttavia, ha aggiunto, «non accetto neppure imposizioni dagli altri». Ma torna in pista anche l'opzione di Renzo Tondo, fra le poche figure capaci di cementare, a questo punto, la coalizione.
FEDRIGA E SALVINI
Domani è dato come il giorno decisivo. Salvini potrebbe chiedergli di correre in Friuli Venezia Giulia e lasciare il Parlamento appena riconquistato. Se così fosse, l'aggiunta all'ufficializzazione alla candidatura sarebbe la possibilità di un Centrodestra alleggerito, nel caso Forza Italia non ci stesse. In sostanza, la Lega è pronta a correre solo con Fdi che probabilmente non farà resistenza a Fedriga , con Progetto Fvg di Bini e altre schegge di area.
DILEMMA FORZISTA
Il dilemma, digerire un presidente leghista o correre da soli, per altro è presente anche in Forza Italia, dove si confrontano due linee: quella della segretaria Sandra Savino, interprete dell'ortodossia nazionale, pronta a lasciare la coalizione anche a rischio di perdere le elezioni; quella almeno di una parte del territorio regionale, che a questo punto sarebbe disponibile ad accettare Fedriga, purché Riccardo Riccardi, il candidato azzurro costretto a cedere il passo, diventi vice presidente della Regione. Una soluzione che lo stesso Riccardi pare potrebbe condividere, a patto di assumere il ruolo da esterno, chiamato in soccorso dal partito. Si vedrà.
Di certo ieri è stata chiusa la lista udinese di Forza Italia, con l'accettazione delle candidature e la presenza di parecchi sindaci o ex sindaci e il rientro del già capogruppo in Consiglio regionale Daniele Galasso.
FIRME
Intanto tutti i partiti pare si stiano accordando per trovare una soluzione normativa al problema della raccolta delle firme (5mila per i simboli non presenti in Consiglio regionale) per partecipare alle elezioni regionali. L'idea è di portare in Consiglio una riforma lampo della legge elettorale regionale, che per ora pensata in tre versioni: ridurre le firme o allungare i termini (oggi fissati al 23 marzo, scadenza per il deposito delle liste che correranno il 29 aprile) o, addirittura, eliminare il problema alla radice prevedendo che non devono raccogliere le firme i partiti che hanno una rappresentanza in Parlamento.
Una soluzione, quest'ultima, che darebbe qualche giorno in più anche per la scelta del presidente. Chiaro, infatti, che se passasse la terza ipotesi eliminare la raccolta firme per chi ha una presenza parlamentare non ci sarebbe più l'urgenza di chiudere su candidato e coalizione, perché la scadenza si sposterebbe al giorno in cui si devono depositare le liste. Ci sarebbero, perciò, ancora a disposizione più di dieci giorni.
MINISTRO
Possibili novità anche in ambito nazionale, con leghisti friulani già nella rosa degli ipotetici ministri. È il caso di Mario Pittoni, a palazzo Madama per la seconda volta dopo una pausa di 5 anni fa, ora accreditato per il dicastero dell'Istruzione dell'Università in un Governo a guida Lega. Pittoni, già capogruppo del Carroccio nella commissione Istruzione al Senato, nell'ultimo quinquennio è stato responsabile del settore scuola per il partito nazionale, continuando così a frequentare il Ministero. Tra le sue idee storiche, i concorsi su base regionale.
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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