Roberti: basta migranti, ecco come

Lunedì 29 Ottobre 2018
Roberti: basta migranti, ecco come
LA SVOLTA
TRIESTE «Il nostro obiettivo di fondo era e resta la fine dell'accoglienza diffusa dei migranti, puntando soprattutto sui nuovi Centri per il rimpatrio da realizzare sul territorio. Se necessario, pensiamo anche a collaborazioni con altre Regioni, dove trasferire una parte dei richiedenti asilo in cambio di una parte degli stranieri in attesa di espulsione». Ha le idee chiare Pierpaolo Roberti, l'assessore leghista alle Autonomie locali e alla Sicurezza, mentre anticipa al Gazzettino le prossime mosse sul fronte dell'immigrazione.
Assessore Roberti, ha visto che nuove ondate di migranti premono fra Bosnia e Croazia? Ci risiamo.
«Noi non abbiamo alcuna intenzione di abbassare la guardia dopo gli ottimi risultati conseguiti con il rafforzamento dei controlli lungo la frontiera».
Ma non sarà facile fermarli.
«Lo so. Abbiamo un confine con la Slovenia lungo e di facile accessibilità, non è come il canale di Sicilia ma nemmeno come la frontiera terrestre fra Italia e Francia. È pieno di sentieri dappertutto. Le forze dell'ordine però ce la stanno mettendo tutta. I rinforzi di 40 agenti restano qui e questo è già molto».
Qualcuno sarà fermato prima del Carso e delle Prealpi Giulie. «Lo speriamo. Con la Croazia e la Slovenia sono in corso forme di collaborazione di ottimo livello, ma è chiaro che una parte riuscirà a passare, non illudiamoci».
Il Gruppo regionale della Lega, però, ha appena avanzato una proposta di legge che affida ai Comuni la decisione se permettere o meno l'accoglienza diffusa in strutture private.
«Infatti: l'urbanistica è una materia di competenza esclusiva regionale e quindi dovranno essere i Comuni, o meglio i Consigli comunali a decidere se approvare varianti urbanistiche che consentano tali pratiche».
Occorrerà tuttavia regolare la transizione fra il sistema attuale e le restrizioni in arrivo.
«Certo, compiendo un passo alla volta. Non abbiamo alcuna intenzione di agire senza serietà. È evidente che servirà una fase di passaggio, ma intanto ci confortano i numeri: in base ai dati elaborati in questi giorni siamo largamente sotto le 4mila presenze di migranti in Friuli Venezia Giulia dopo un lungo periodo sopra quota 5mila».
Ma se la Regione punta sui Centri per il rimpatrio, occorrono le espulsioni effettive. Come espellere uno straniero senza intese con il suo Paese d'origine? In altre parole: chi se li riprende?
«Stavolta confido per davvero e non è una battuta sull'azione dell'Unione europea, che fino a oggi ha giocato un ruolo ridicolo su tale fronte».
Cosa dovrebbe fare l'Europa?
«Ad esempio un accordo con il Governo del Pakistan. Ha fatto la voce grossa con la Russia, ma con il Pakistan non ce la fa. E sì che abbiamo l'italianissima Federica Mogherini a ministro degli Esteri della Commissione Ue».
Ma se non lo ha fatto finora, perché dovrebbe farlo a ridosso del voto europeo?
«Già, è probabile che anche per questo si debbano aspettare le urne di maggio. Ci aspettiamo un cambiamento importante, visto che finora abbiamo versato alla Turchia un sacco di soldi perché si tenesse i migranti. Ma le cose non hanno funzionato».
La Regione a trazione leghista ha anche intenzione di por mano all'accoglienza dei minorenni stranieri non accompagnati. Quanti sono in Fvg?
«Circa 500».
E cosa ottengono?
«Per legge devono essere mantenuti e istruiti. Ciò avviene in strutture che non hanno bisogno di particolari autorizzazioni per conseguire l'accreditamento. E anche una volta raggiunta la maggiore età, hanno diritto di ultimare gli studi dell'obbligo. Quanto costa tutto questo? Per i minorenni stranieri lo Stato riconosce un rimborso giornaliero di 45 euro ciascuno, mentre il resto viene pagato dal Comune dove il ragazzo è stato rintracciato. A rimborsare il Comune, poi, provvede la Regione».
E quando il ragazzo compie 18 anni?
«Non cambia nulla per lui ma tutto per noi: lo Stato non rimborsa più un centesimo».
Cosa chiedono le strutture di accoglienza?
«Una media di 75 euro al giorno, ma in alcuni casi si arriva a oltre i 100 euro».
E allora cosa pensate di fare?
«Agire su due aspetti decisivi: l'attenuazione dei costi e la sicurezza, visto che parliamo di minorenni soli. Non è accettabile che possano girovagare in piena notte, talvolta anche per commettere reati, senza forme credibili di controllo».
Funziona la Struttura Dublino del Fvg, ossia quella commissione chiamata a decidere se uno straniero sia arrivato prima in un altro Paese dell'Unione europea e solo successivamente sia giunto in Italia?
«Funziona, sì. Ma per risolvere il problema una volta per tutte attendiamo gli effetti del Decreto sicurezza: prevede la competenza esclusiva del Tar locale, in questo caso a Trieste, per l'esame delle singole pratiche».
Cosa cambierà?
«Siccome la legge impone un termine di risposta di 60 giorni, finora al Tar del Lazio accadeva assai spesso che i tempi si rivelassero incompatibili, lasciando di fatto le cose come stanno. A Trieste diventa possibile rispettare i tempi e procedere, quindi, per davvero con i trasferimenti in altri Paesi europei».
Maurizio Bait
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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