Gentiloni cerca di risvegliare l'orgoglio del Pd

Domenica 9 Dicembre 2018
Gentiloni cerca di risvegliare l'orgoglio del Pd
SAN DONÁ
«Il Pd teniamocelo stretto: è l'unico argine che abbiamo per questa onda nazional-popolare». Riconoscere gli errori compiuti, ma allo stesso tempo trovarsi quanto prima per rafforzare un partito considerato l'unico antidoto contro la deriva. È l'ex premier Paolo Gentiloni, ieri ospite alla Libreria Moderna, a formulare la ricetta per la rinascita della sinistra e del Partito Democratico, contro i danni che vengono provocati dall'attuale governo sorretto da una coalizione anomala.
«Abbiamo un quadro tripolare, che è una anomalia perché contiene una destra moderata ed europeista, subalterna della destra nazional-populista, come in nessuna parte d'Europa». L''ex primo ministro è venuto a San Donà per presentare il suo libro La sfida impopulista. Da dove ripartire per tornare a vincere, edito da Rizzoli. In una sala che, dagli applausi appariva a vocazione prevalentemente di centrosinistra, anche qualche politico locale: dal presidente del Consiglio comunale Francesco Rizzante, la consigliera comunale Zeudi Polarti, l'ex assessore Luca Marusso, ma anche esponenti della segreteria del Pd di Portogruaro. E comunque persone che chiedono dove sia finito il Pd, cosa stia succedendo e come si può ripartire. Gentiloni ammette gli errori compiuti, quelli, in sintesi, di non avere colto prima degli altri le preoccupazioni della gente. Ma allo stesso tempo evidenzia come le risposte ai giusti problemi siano state quelle sbagliate date da chi governa adesso. Cosa che, ha voluto sottolineare, ha aumentato il livello di preoccupazione nella gente. «Noi abbiamo fatto l'errore di non aver visto montare questa onda di rabbia sulle diseguaglianze, sulla mancanza di futuro; ora dobbiamo carico dei problemi che queste domande pongono. Ma respingiamo chi mette in discussione il metodo democratico ed i principi liberali».
E poi l'affondo sul vicepremier Matteo Salvini: «La nostra identità è di apertura al mondo, di cultura, di stile di vita: la nostra identità non è dell'italietta dei molti nemici molto onore, quella la lasciamo volentieri al nostro Ministro degli Interni». E ancora: «Avere una visione non significa inseguire i populisti nel metodo della rissa, della demonizzazione dell'avversario, della demagogia, delle promesse illusorie: penso che noi dobbiamo essere fieramente contrari a questa deriva, che non ci aiuta». Sul Pd: «Il Pd è l'argine, facciamo questo congresso, parliamo al Paese e non al nostro ombelico e usciamo più forti di prima».
Fabrizio Cibin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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