Il corvo in Curia: si indaga

Sabato 27 Aprile 2019
IL CASO
VENEZIA Fa discutere preti e fedeli la ricomparsa del corvo che genera veleni attorno alla Curia. I primi volantini comparsi a fine gennaio a San Zulian portavano la firma di una fantomatica La verità rende liberi. I secondi, il giorno successivo, erano sottoscritti da fra.Tino, che nei giorni scorsi è tornato a palesarsi, ma in forma diversa. Per lanciare le sue accuse di omosessualità e pedofilia dentro la Chiesa veneziana, stavolta l'autore anonimo ha spedito una lettera a numerosi preti, molti parroci, dell'intera diocesi. Sulle buste recapitate nelle caselle postali c'è l'intestazione scritta a computer, come il testo contenuto, con l'incipit Molto reverendo seguito dal nome e dall'indirizzo di ogni casa canonica di residenza di ogni destinatario. Lo scritto è linguisticamente ricercato e contiene riferimenti a due persone che tuttavia non vengono esplicitamente nominate, a differenza della volta scorsa quando ne aveva menzionate addirittura cinque. C'è chi ha ricevuto la lettera all'inizio della Quaresima, chi più tardi, qualcuno nei giorni della Settimana Santa che precedono la Pasqua, un periodo non scelto a caso visto che Fra.Tino invita alla penitenza. Più di qualche prete l'ha consegnata subito al Patriarca, per il tramite del vicario generale don Angelo Pagan, che avrebbe confermato a qualche confratello la circostanza di una larga spedizione ai sacerdoti diocesani. Le forze dell'ordine l'hanno acquisita e la stanno vagliando nel quadro delle indagini che proseguono a ritmo serrato per risalire al responsabile, dopo che all'indomani dei primi volantini monsignor Francesco Moraglia aveva presentato denuncia alla Procura. Dalla Curia, in questi giorni, non è giunto alcun commento ufficiale, segno della volontà di non alimentare un clima già teso, che a nessuno fa piacere.
Alvise Sperandio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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