Maurensig e il diavolo nel cassetto

Lunedì 5 Febbraio 2018
IL LIBRO
Gli abitanti di un piccolo villaggio svizzero si sentono tutti scrittori. Dal borgomastro al parroco, dal macellaio al fornaio, tutti scrivono e coltivano la speranza di pubblicare un libro. Ma l'ambizione, quando è troppa e non suffragata da un vero talento, è un peccato che attira l'attenzione del diavolo. E il diavolo un giorno arriva, nei panni di un editore disposto a coronare i loro sogni.
UN DIAVOLO DI EDITORE
Nessuno lo riconosce, a parte padre Cornelius che l'ombra del Male se la porta dentro, ed è il protagonista di questa fosca storia ambientata in un paesino (immaginario) sulle montagne di Heidi, dove soggiornò una notte Goethe, autore del patto col diavolo più famoso di tutti i tempi. Ce la racconta Paolo Maurensig nel suo ultimo romanzo, Il diavolo nel cassetto (Einaudi, 13,50 euro), una favola surreale che nel finale vira verso il thriller, ribaltando tutte le convinzioni che il lettore si è fatto fino a quel momento.
UN MANOSCRITTO RITROVATO
Per rendere più misterioso e insieme credibile il suo romanzo, l'autore ricorre all'espediente del manoscritto ritrovato, incapsulando la storia principale dentro altre due storie.
Il libro comincia con uno scrittore (Maurensig stesso?) che sostiene di aver ricevuto, chiuso in un plico, un racconto scritto da un giovane editor anonimo che, per alleggerirsi la coscienza, riporta una vicenda inquietante così come gli era stata narrata da un sacerdote ossessionato dal diavolo, conosciuto nel 1991 a Küsnacht, sul lago di Zurigo, durante un convegno di psicoanalisi.
INDAGINE PSICANALITICA
Il sacerdote, che altri non era che padre Cornelius, racconta di come l'arrivo dell'editore-diavolo avesse in breve portato a galla la natura più maligna dei suoi parrocchiani e traccia un profilo molto umano di questo diavolo interessato più che alle anime dei vanagloriosi montanari ai loro beni materiali.
Il tema del Male e della sua trasmissibilità alla stessa stregua di un virus aleggia fin dall'inizio ed emerge con ancor più forza quando Cornelius spiega i presagi che avevano anticipato l'arrivo del diavolo, tra cui un'epidemia di rabbia silvestre diffusa dalle volpi, una malattia terribile che inibisce il lato buono degli uomini e degli animali che la contraggono e inasprisce la loro cattiveria.
IL MALE IN LETTERATURA
Ma allora la letteratura è davvero portatrice sana del germe del Male? Ognuno alla fine del racconto avrà gli elementi sufficienti per rispondersi da sé, specialmente se terrà conto che questa storia è una metafora della nostra società di grafomani dove pochi leggono e tutti scrivono.
Anna Renda
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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