Porto, la strada anti-commissario

Sabato 20 Aprile 2019
ENTI E POLITICA
VENEZIA Il clima resta teso. Ma alla fine, con ogni probabilità, l'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale (Adspmas) non sarà commissariata. Pino Musolino, nominato dall'ex ministro Graziano Delrio, resterà presidente, ma l'impalcatura politica che lo sostiene si è fortemente incrinata. Città Metropolitana e Regione Veneto (leggi Luigi Brugnaro e Luca Zaia) gli hanno mandato un segnale preciso l'altro giorno, quando i rispettivi rappresentanti nel Comitato di gestione hanno disdetto all'ultimo momento la loro presenza alla riunione che doveva votare il bilancio consuntivo, con la medesima motivazione: improcastinabili impegni di lavoro.
IL SEGNALE
Il Comitato, oltre che dal presidente, è composto dal direttore marittimo del Veneto pro tempore Piero Pellizzari, dal comandante del Porto di Chioggia pro tempore Giuseppe Chiarelli e da Fabrizio Giri (Città Metropolitana) e Maria Rosaria Anna Campitelli (Regione). Ma sul bilancio votano solo il presidente e i rappresentanti di Città Metropolitana e Regione. L'assenza di questi due ha dunque lasciato solo Musolino e fatto venir meno il numero legale. Un evento molto raro in un Comitato di gestione dal valore strategico come quello dedicato all'approvazione del bilancio e che può avere conseguenze rilevanti: se entro il 30 aprile il bilancio non dovesse essere approvato l'Autorità portuale potrebbe essere commissariata dal ministro Toninelli.
LA SOLUZIONE
Questa eventualità dovrebbe però essere stata scongiurata. Un accordo in tal senso sarebbe stato trovato da Comune e Regione. Salvo sorprese, Città metropolitana e la Regione garantiranno il numero legale: il Comitato di gestione si riunirà prima del 30 aprile, probabilmente il 29, ma il rappresentante della Regione sarà ancora assente, mentre quello della Città Metropolitana sarà presente, probabilmente in audio conferenza. Fabrizio Giri non voterà però a favore del bilancio, si asterrà, consentendo così sul filo di lana, la risicata approvazione del documento contabile e scongiurando il rischio commissariamento. Il senso politico di questa scelta è comunque chiaro. Il voto sul bilancio non è solo un atto tecnico, ma esprime anche una giudizio sulla gestione. E tanto Zaia quanto Brugnaro evidentemente nutrono serie perplessità sull'amministrazione del Porto oltre che su alcuni non marginali aspetti del bilancio predisposto dall'Autorità portuale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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