Prostituzione, un anno e 11 mesi a padre e figlio

Giovedì 27 Settembre 2018
MUSILE
PORDENONE Nello scantinato del night Le Rififi, in viale Treviso 36 a Pordenone, nel novembre del 2016 la Polizia di Stato trovò due stanze a luci rosse. Rossa era la luce che si accendeva quando i gestori del locale, padre e figlio di Musile di Piave, premevano il pulsante che segnava la fine della prestazione sessuale. A quel punto il cliente aveva due opzioni: chiedere un'altra prestazione o andare alla cassa e pagare (150 euro in media a prestazione). Per sfruttamento della prostituzione ieri Alex e Adriano Marton, di Musile di Piave, hanno patteggiato nell'udienza preliminare del gup Eugenio Pergola. La pena concordata dall'avvocato Pierfrancesco Scatà con la Procura è stata di 1 anno e 11 mesi per ciascun imputato. Entrambi hanno ottenuto il beneficio della sospensione condizionale della pena.
Le indagini della polizia erano partite da un esposto dei condomini per disturbo della quiete pubblica. Sfociò in un'ordinanza di misura cautelare ottenuta dal pm Pier Umberto Vallerin, un obbligo di dimora che impediva ai gestori del night di uscire durante le ore notturne. A segnalare la vicenda alla Questura era stata la Polizia locale. Quando gli agenti andarono a verificare l'origine dei disturbi segnalati dai condomini, si erano accorti che l'ingresso non era riservato soltanto ai soci del Circolo culturale Enal, come specificato sul cartello affisso sulla porta. Il passo successivo portò al blitz con Questura, Direzione territoriale del lavoro e Carabinieri del Nil. Furono identificati decine di clienti, di ogni età, 12 figuranti di sala tra i 20 e i 50 anni (italiane, romene, albanesi e sudamericane) tutte socie del club. Nello scantinato la polizia trovò le due stanzette: i letti erano due materassi di spugna buttati su tavole di legno, accanto un paio di divanetti rossi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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