Napoli, terrore in strada: nuova stesa della camorra al rione Sanità

Non è un caso che abbiamo rimarcato il termine stesa con ennesima: da troppo tempo ormai nel centro storico di Napoli si susseguono atti intimidatori e agguati

Sei colpi di pistola sono stati esplosi, probabilmente nella notte, al Rione Sanità di Napoli contro due esercizi commerciali. Uno dei due titolari è risultato membro di una associazione antiracket.

La denuncia formale dell’accaduto è stata presentata questa mattina alla Polizia. Tre proiettili si sono conficcati nel muro accanto alla saracinesca di una macelleria in via Sanità.




Altri tre nella saracinesca di un negozio di biancheria intima. L’ennesima stesa (esplosione di colpi di arma da fuoco a scopo intimidatorio contro un bersaglio) avviene a pochi giorni dall’entrata in funzione delle prime telecamere nel Rione Sanità, teatro da tempo di una lotta tra clan camorristici.




Non è un caso che abbiamo rimarcato il termine stesa con ennesima: da troppo tempo ormai nel centro storico di Napoli si susseguono atti intimidatori e agguati nonostante la zona sia praticamente presidiata dalle forze dell’ordine e dalle unità speciali dell’Esercito. La questione è sempre la stessa: pensare di combattere la camorra, la sub cultura mafiosa con la sola repressione è pura follia.




Francamente non comprendiamo come mai ad oggi le istituzioni competenti, in una sola parola lo Stato non sia intervenuto in maniera concreta attuando campagne di prevenzione nelle scuole, nelle associazioni impegnate sul territorio, promuovendo nel contempo occupazione e adeguato supporto logistico per una sana aggregazione sociale.




Per combattere la malavita organizzata è necessario conoscerla profondamente, entrare nell’humus di vicoli e quartieri ghetto dove la legalità fatica vistosamente ad imporsi. Realtà abbandonate di fatto a se stesse dove a comandare è il camorrista di turno con clan a seguito: in certi quartieri ancora oggi per essere rispettato devi appartenere, conoscere, essere ben visto “da” o sono guai.




Inutile fingere di ignorare determinate vergognose e miserabili realtà, frustrante dover commentare di episodi criminali, dalle conseguenze più o meno letali, ampiamenti annunciati, per non dire incredibilmente scontati. Basta con la politica del pagnottismo, con le mira di grandezza e con gli interessi personali.




Gli onesti napoletani anelano da troppi anni ad un riscatto socio, culturale, occupazionale che puntualmente non arriva mai. Della serie : riempendo esclusivamente Napoli di uniformi il problema camorra non si risolve e ormai chi ci governa dovrebbe averlo ben compreso da tempo.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.