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Il messaggio di Prodi che gela il Pd: "I 120? Ci sono..."

L'ex premier, intervenuto a margine della presentazione del suo libro, commenta alcuni degli attuali temi politici. Stupito di un incontro Renzi-Berlusconi per il Colle? "Niente affatto"

Il messaggio di Prodi che gela il Pd: "I 120? Ci sono..."

Intervenuto alla presentazione del suo libro, "Strana vita la mia", l'ex segretario dei dem Romano Prodi ha commentato alcuni dei temi politici più caldi, potendo contare anche sulla presenza del suo fido "delfino" Enrico Letta.

Viste alcune dichiarazioni rilasciate di recente, non può non ritornare il tema della ventilata candidatura alla carica di capo dello Stato. "Le strade del Quirinale sono imprevedibili? No, nel mio caso sono previste, non imprevedibili. Non ci sono", spiega ai giornalisti presenti il cosiddetto "professore". "I 101, che poi erano 120, secondo me ci sono ancora e secondo me hanno fatto figli e nipoti".

Ma cosa pensa Prodi della attuale situazione politica? Con l'accoppiata Draghi-Mattarella, e non potevano esserci dubbi a riguardo viste le forti posizioni europeiste dell'ex presidente dell'Iri, stiamo proprio in una botte di ferro. Se a ciò si aggiunge Letta a capo dei dem, il futuro è proprio roseo per il "professore". "Mattarella presidente della Repubblica, Draghi premier e Enrico segretario del Pd siamo messi bene", dice entusiasta. Resta, tuttavia, qualche dubbio sulla ricandidatura dell'attuale capo dello Stato:"Mattarella è stato ed è un grande presidente della Repubblica. Ma se leggo quello che Mattarella ha detto credo che sarà difficile" commenta Prodi. "I siciliani silenziosi non cambiano idea".

Si potrebbe allora pensare ad una candidatura del Cavaliere Silvio Berlusconi? Ospite di Giovanni Floris, il "professore" afferma di ritenere anche possibile un accordo fra Berlusconi e Renzi. Sarebbe stupito di sapere di un dialogo fra i due? "Niente affatto".

Relativamente alla strada percorsa attualmente dal Pd, invece, il giudizio pare divergere leggermente rispetto a quanto dichiarato nell'ultima uscita. "È divertente come vanno le notizie: i titoli dicevano 'Prodi bacchetta Letta' e poi non c'erano i contenuti", affonda l'ex premier, che aveva in realtà "consigliato" al suo delfino di non incaponirsi esclusivamente sulle battaglie sociali per ampliare i consensi tra la popolazione (leggasi legge Zan e Ius Soli): "Semplicemente siamo d'accordo che la ripresa deve andare insieme a un grande slancio dell'economia e della solidarietà sociale", glissa Prodi. "Se non lo fa il Pd chi lo deve fare? E Enrico è assolutamente in grado di farlo".

Il "povero" Enrico, che fa "serenità" di secondo nome, si starebbe anche sacrificando nel ruolo di mediatore tra le correnti interne al Pd e tra il proprio partito e la ambigua compagine grillina, oramai storica alleata. "Quello di federatore è il ruolo che sta ricoprendo ed è il suo ruolo obbligato", commenta Prodi. "Tu fai il generatore se rompi il gioco di tre-quattro persone e cominci a raccogliere. E questo sta facendo. Il problema è che è un lavoro di un lavoro e di una fatica tali ragazzi...Anche con i CinqueStelle? Sennò con chi federa?", aggiunge, ribadendo, stavolta, un concetto già espresso nell'ultima intervista, quando aveva utilizzato un termine da grande panificatore."Il pane si fa con la farina che si ha, c'è la necessità. Io ho fatto alleanze con la fatica di farle", aveva spiegato alla Annunziatra riferendosi ai grillini. Dopotutto senza alleanze e compromessi le poltrone sono destinate a scivolare via dalle terga.

Sulla produzione industriale del nostro Paese, invece, l'ex presidente dell'Istituto per la Ricostruzione Industriale commenta: "L'Iri non ritorna. Però la necessità di ritiro dallo stato non è stato sostituita da un dinamismo delle imprese private che noi volevamo", dichiara Prodi. "Il risultato è che non abbiamo più nessuna grande industria manifatturiera.

Il governo di oggi ha riacquistato una immagine internazionale forte ma non c'è nessuno che siede con i sette o otto che contano", conclude.

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