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"Basta sudditanza...". Scatta la strategia del caffè: cosa succede

Il leader del Carroccio sprona i suoi a trovare un accordo anche a sinistra, pur di trattenere Draghi a Palazzo Chigi

"Basta sudditanza...". Scatta la strategia del caffè: cosa succede

Matteo Salvini sprona i suoi a reperire in ogni modo un accordo per eleggere il nuovo presidente della Repubblica anche tra le file della coalizione giallorossa. "Cercate di convincere i parlamentari degli altri schieramenti, fate capire che è finita l'epoca della sudditanza culturale rispetto alla sinistra, offrite loro il caffè", avrebbe consigliato infatti ai suoi il segretario della Lega, come riportato da Agi.

"Abbiamo cinque o sei nomi da offrire al Paese", avrebbe proseguito l'ex vicepremier, "Andiamo fino in fondo, è il momento dell'orgoglio". Il capo dello Stato, ricorda Salvini ai suoi, è stato eletto spesso, come accaduto ad esempio con la scelta di Giorgio Napolitano, senza che si fosse reso necessario raggiungere l'80% di consensi. "Adesso tocca alla sinistra vestire i panni dei responsabili, il ragionamento", avrebbe commentato il leader del Carroccio. La volontà chiara, quindi è quella di trattenere Mario Draghi a palazzo Chigi, anche per schivare il rischio di un ritorno alle urne, più che legittimo nel caso in cui cadesse l'esecutivo retto dall'ex governatore della Banca centrale europea."Con la lotta alla pandemia in corso e con una pandemia energetica", avrebbe infatti dichiarato l'ex ministro dell'Interno, "sarebbe sbagliato cambiare la guida a palazzo Chigi". Per la scelta del nuovo capo dello Stato è inoltre inaccettabile "ritenere che l'indicazione del presidente della Repubblica debba arrivare dai mercati e non dai rappresentanti del popolo", spiega Salvini, ovvero da coloro che hanno supportato le scelte del governo Draghi fino ad oggi.

"Mi si attribuisce, anche sui giornali, di avere il pallino nella partita del Quirinale e allora questo ruolo il centrodestra lo porterà avanti fino in fondo", avrebbe aggiunto ancora l'ex vicepremier, convinto del fatto che il centrodestra rappresenti la maggioranza degli elettori del Paese. Pertanto, "ci aspettiamo che il candidato possa essere espresso da noi. Non ci devono essere veti su questi nomi altrimenti significa che non c'è alcuna volontà di dialogo".

Ed in effetti gli accordi tra Lega e Movimento CinqueStelle che paiono profilarsi all'orizzonte, coi grillini non contrari all'eventualità di un candidato di centrodestra, iniziano ad agitare le acque in casa Pd. Lo scopo, pertanto, resta quello di creare un fronte anti-Draghi per chi vuole che il governo resti in piedi fino alla fine del mandato, grillini compresi. Ieri, sul tavolo dell'incontro tra Salvini e Conte, si è fatto il nome di Franco Frattini. "Ma Conte a che gioco sta giocando? Vuole ripristinare l'asse gialloverde?", si sarebbe chiesto, come riportato da AdnKronos, un deputato Pd in un capannello di grandi elettori del suo schieramento. Stamani, infatti, le chat dei parlamentari M5S, sarebbero state invase da messaggi dei colleghi dem che chiedevano chiarimenti a riguardo.

"Qualcuno faccia capire a Conte che se fa il gioco di Salvini, il governo salta, si va a votare e i 5 Stelle scompaiono", avrebbe affondato in modo ancora più esplicito un altro parlamentare del Pd.

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