15 Agosto 2022
E il lavoro di Draghi con Meloni rischia di essere corretto, il tentativo messo in ipotesi dalla leader di Fratelli d'Italia è quello di sfruttare un articolo nella normativa europea, per rivedere tutto il lavoro fatto dal precedente governo, "ma non è un atto irresponsabile, semmai dovere".
Quando si trattò di votare il Pnrr di Mario Draghi, il partito della Meloni si astenne. Stavolta dalle fila di Fratelli d'Italia si astengono con fermezza di avere "le idee chiare recuperare i ritardi accumulati e rispettare l’attuazione delle riforme richieste, ma insieme rivedere il Recovery plan alla luce dell’aumento del costo della vita e del caro energia", le parole sono della senatrice Isabella Rauti che chiarisce una cosa: modificare il PNRR, non è un atto irresponsabile, semmai una presa di coscienza del fatto che tutto il lavoro svolto dal precedente governo è diventato obsoleto, come ha affermato Raffaele Fitto infatti: "Al 31 dicembre 2021 risultavano spesi 5 miliardi su 15 e l’Ance dice che oltre il 70% dei progetti non è più adeguato ai costi delle materie prime".
Sulla base di tutto questo non si tratta di buttare tutto al macero, ma rivedere ogni elemento in funzione di ciò che serve e infatti il deputato aggiunge: "Niente di eversivo la proposta lanciata da Meloni si basa sui regolamenti europei, sull’articolo 21" in grado di mandare in Commissione europea la richiesta motivata di "modificare o sostituire" gli obiettivi del piano, "ma sui costi delle materie prime siamo già intervenuti e se vogliono cambiare il piano devono rinnegare quello di Draghi, firmato da Lega e FI, aprire un negoziato con la Commissione e, in caso di accordo, ottenere il via libera del Consiglio. In quei mesi, l’Italia si esporrebbe a perdere le rate programmate".
"Il piano nazionale di ripresa e resilienza va accelerato, non stravolto". Lo dice Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile in un'intervista alla Stampa, annunciando che non si candiderà alle prossime elezioni: "Ho fatto questa scelta coerentemente con la mia storia professionale. Continuerò a portare avanti la mia attività di professore universitario e di animatore del dibattito pubblico, come ho fatto con l'Alleanza per lo sviluppo sostenibile".
E a Giorgia Meloni che chiede la revisione del Pnrr dice: "Si possono cambiare alcuni progetti, ma non ha senso rivedere tutto il piano". Giovannini ricorda che "Con l'allegato infrastrutture e trasporti del Def, abbiamo delineato un piano di investimenti nei prossimi quindici anni pari a 279 miliardi che hanno a che fare con il sistema integrato dei trasporti. Di questi, 209 miliardi sono stati già assegnati, tra cui i 600 milioni dedicati alla mobilità ciclistica. Questo "piano del futuro" ruota attorno a tre elementi: pianificazione, investimenti e riforme".
E quanto al rischio che tutti quei soldi nei prossimi anni vengano spostati su altri progetti ritiene che sia "un rischio potenziale: l'opinione pubblica deve vigilare attentamente per capire come le forze politiche che assumeranno la guida del Paese gestiranno questi fondi".
Gianfranco Rotondi, presidente di Verde è popolare affonda letteralmente il polo di centrodestra commentando negativamente lo stato attuale delle cose che vedrebbe la coalizione guidata da Giorgia Meloni: "Non sono di destra. Ho scelto, nel 1995, il centrodestra. Sto difendendo ostinatamente quella scelta, di cui oggi resta in piedi solo la possibilità che Giorgia Meloni vada a palazzo Chigi. È l’ultima spiaggia prima di dichiarare l’impossibilità di un centrodestra nel nostro Paese".
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2024 - Il Giornale d'Italia