Mazzano, cooperativa in bancarotta: sfrattati i migranti

Prima il taglio delle utenze e poi lo sgombero degli appartamenti

Una manifestazione di richiedenti asilo

Una manifestazione di richiedenti asilo

Mazzano (Brescia), 8 febbraio 2019 - La cooperativa che gestisce l’accoglienza dei richiedenti asilo è in bancarotta, fatica a pagare le bollette e l’affitto degli appartamenti dove ospita i migranti. Risultato: gli inquilini vivono in stile Indiana Jones, senza energia elettrica e senza riscaldamento, e vengono pure sfrattati per morosità.

Succede a Mazzano, dove quindici ragazzi africani tra i 19 e i 23 anni, perlopiù del Gambia, della Nigeria e della Costa d’Avorio, tutti in attesa che la Cassazione si pronunci sul rifiuto della loro domanda di rifugiati, hanno protestato per il grave disagio affrontato nell’ultimo periodo. la cooperativa Olinda di Medole (Mantova), da mesi alle prese con una crisi profonda, aveva preso in affitto tre appartamenti in un condominio ma non riusciva a far quadrare i conti. La proprietà ha comunicato lo sfratto esecutivo con decorrenza dallo scorso 31 gennaio e l’atto nelle settimane precedenti era stato annunciato dal distacco delle utenze. Risultato: gli ospiti si sono sfogati con gli operatori addetti alla gestione perché stanchi di stare al buio, intirizziti dal freddo per l’assenza di riscaldamento e di acqua calda. Per non parlare dei rifornimenti di cibo pervenuti a singhiozzo. Qualcuno ha anche riferito di topi in libera uscita, di bagni rotti e di un unico letto disponibile per tutti. L’organizzazione del trasferimento dei ragazzi infatti non pare essere stata tempestiva, anche se adesso la situazione, garantisce la Prefettura, è risolta. «I quindici giovani hanno trovato collocazione presso sei-sette gestori sparsi per la provincia – conferma Nicola Venturo, il funzionario che si occupa anche dei richiedenti asilo – Li abbiamo distribuiti colmando posti rimasti liberi, basandoci su un criterio di equilibrio».

Nel frattempo della vicenda sono stati informati Fp Cgil e Fisascat Cisl, che annunciano vertici imminenti per fare il punto e verificare in quali condizioni effettive vivono gli aspiranti rifugiati. Olinda infatti – 340 migranti gestiti tra Mantova, Verona e Brescia – ha già smantellato molti Cas. Contattati, i responsabili ieri non hanno voluto rilasciare dichiarazioni. «Nei mesi scorsi ha chiuso le sedi di Bovezzo, Concesio, Desenzano, Nuvolera e di recente Manerbio – continua Ventura – A Brescia rimangono aperti per ora solo tre centri».