Cantù, se anche Forza Nuova ora vuole aprire un "Caf" in città

Il movimento politico di estrema destra si prepara a inaugurare uno sportello di assistenza simile a quello dei sindacati con professionisti che forniranno tutela legale e fiscale

Bandiere di Forza nuova a Cantù

Bandiere di Forza nuova a Cantù

Cantù (Como), 15 aprile 2018 - Prima di raggiungere il consenso elettorale di Casapound a Ostia ci vorrà ancora molto tempo, ma a Cantù Forza Nuova non si scoraggia e nel mese di maggio si prepara a inaugurare la sede di «Italia agli italiani», una specie di Caf al quale rivolgersi per ottenere aiuto e consulenza. «Non è vero che a Cantù sono tutti ricchi, ci sono anche tante famiglie italiane che fanno fatica e noi cerchiamo di dare loro una mano – spiega Franco Liva, esponente cittadino di Forza Nuova lo scorso anno candidato come sindaco e il marzo scorso in lizza per un posto al Senato, sempre per il movimento che fa capo a Roberto Fiore – Noi personalmente ne aiutiamo quattro e ogni settimana portando loro pasta, riso, scatolame e generi di prima necessità. Purtroppo le nostre risorse sono limitate ai quali far fronte sono tanti.

Certe volte ci capita di dare una mano, personalmente, anche a chi non ha i soldi per pagare una visita in ospedale o comprare una medicina». Dal mese prossimo però qualcosa potrebbe cambiare, Forza Nuova si prepara ad aprire un proprio sportello di assistenza, simile a quelli dei sindacati. «Sono andato personalmente a firmare il contratto – rivela Liva – lo inaugureremo il prossimo 12 maggio. Non voglio ancora dare l’indirizzo esatto perché purtroppo da alcune parti politiche non siamo visti di buon occhio. Anche se ci bollano come antidemocratici in realtà noi siamo aperti al confronto con tutti, consideriamo gli altri avversari, mai nemici come fanno loro». A tagliare il nastro del nuovo Caf «nero» potrebbe esserci il segretario nazionale, Roberto Fiore.

«Come i Caf dei sindacati ci avvarremo di professionisti che saranno in grado di fornire tutela dal punto di vista legale e fiscale – prosegue Liva – Naturalmente ci rivolgiamo agli italiani, non perché siamo razzisti ma perché pensiamo che in questo momento sono i nostri connazionali i veri bisognosi, ben più dei migranti o degli stranieri in generale che hanno un sacco di associazioni che li aiutano». E così mentre il consiglio comunale di Milano si prepara ad approvare un documento in cui si chiederà alle associazioni di dichiararsi antirazziste e antifasciste per poter ottenere l’uso degli spazi pubblici, a Cantù il partito di estrema destra si prepara a mostrare il suo volto più sociale, ma solo agli italiani.