Cantù, centro islamico aperto per il Ramadan: infuria la polemica

La moschea mai nata scalda la campagna elettorale

Fedeli musulmani

Fedeli musulmani

Cantù (Como), 28 aprile 2019 - Una questione religiosa che rischia di diventare politica quella del centro culturale islamico di via Milano, al centro da anni di un braccio di ferro con l’amministrazione comunale rinfocolato da quando a guidare la città c’è la Lega. E siccome tra un mese a Cantù si vota per eleggere il sindaco c’è da scommettere che il Ramadan diventerà argomento di scontro e di discussione.

Non fosse altro perché due dei cinque candidati in passato si sono occupati direttamente della questione centro culturale –moschea. Anzitutto Vincenzo Latorraca, in corsa per il centrosinistra e avvocato dell’associazione Assalam che è proprietaria della struttura, dall’altra parte della barricata in tutti i sensi Alice Galbiati, candidata della Lega che da assessore nel corso dell’ultimo mandato ha fatto di tutto per riuscire a far chiudere la struttura, tanto da meritarsi gli elogi pubblici del sottosegretario Nicola Molteni. In mezzo ci sono tutti gli altri candidati ai quali, anche non volendo, toccherà prendere posizione. Decisamente contro Salvatore Ferrara di Forza Nuova, più articolate le posizioni di Ruggero Bruni e Paolo Di Febo in lizza per M5S e Lavori in Corso.

Di sicuro adesso che il Tar ha consentito agli islamici di pregare in via Milano, annullando il divieto del Comune che aveva fatto valere il regolamento urbanistico e la mancanza di un apposito permesso, il tema è tornato d’attualità ed è destinato ad accompagnare tutta la campagna elettorale. Anzi il Ramadan durerà un po’ di più visto che incomincerà il 5 maggio e proseguirà fino al prossimo 4 giugno mentre a votare si andrà il 26 maggio. Di certo gli islamici sanno già che a seguire tutte le loro mosse da vicino ci saranno i vigili, mandati dal Comune intenzionato a far rispettare alla lettera il limite di capienza imposto sulla struttura che può accogliere fino a un massimo di 99 persone. In caso di violazioni scatterebbe lo sgombero e il sequestro.