Como, non vede la figlia dal 2016: "E' prigioniera in Russia, voglio parlare con Putin"

I giudici italiani danno ragione a Marcello Ienna, autista di limido Comasco

Marcello Ienna

Marcello Ienna

Limido Comasco (Como), 27 dicembre 2018 - «Ho chiesto un incontro con Putin. Mi hanno risposto che non era possibile. Non mi arrendo. In un modo o nell’altro riuscirò a vederlo e gli spiegherò che mia figlia è stata portata in Russia dalla madre e sono più di due anni che non riesco a vederla». Marcello Ienna, 49 anni a gennaio, autista di Limido Comasco, si prepara a vivere l’epilogo di un altro anno travagliato.

Lo scorso giugno gli si era schiuso uno spiraglio di speranza. Il tribunale civile di Como aveva accolto il suo ricorso per l’affidamento esclusivo di Margherita, la figlia nata nel settembre del 2013 dall’unione con una ragazza russa. Il 12 agosto di due anni fa la donna e la madre erano partite alla volta della Russia portando via la piccola. Il proposito annunciato era trascorrere un periodo di ferie nella cittadina d’origine, Izhevsk, nella regione di Ludmurtia; l’impegno quello di fare ritorno a Limido il 28 agosto. Da allora solo il silenzio. Quando il decreto del tribunale di Como è stato trasmesso in Russia, la risposta è stata una denuncia per maltrattamenti nei confronti di Ienna. «Una cosa assurda – ribatte l’autista –, vergognosa. Ma da una parte mi fa molto piacere. Almeno avrò la possibilità di una interlocuzione e di dire la mia verità, anzi la verità, l’unica. E magari anche di vedere in faccia la mamma di mia figlia». 

Ienna ha depositato dai carabinieri di Mozzate una denuncia querela contro l’ex convivente e la madre per sottrazione e trattenimento di minore all’estero e mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice. Una copia della denuncia verrà trasmessa al ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini e al ministero degli Esteri. Ienna chiederà anche un incontro con il presidente del tribunale dei minorenni di Milano. Ha accanto a sé l’associazione “Sos Italia libera” con il presidente Paolo Bocedi (che annuncia un appello al presidente Mattarella e l’intenzione di costituirsi parte civile) e gli avvocati Majeva Catalano, Giuseppe Ferrara, Massimiliano Lanci.

«Mi sono svenato – dice Ienna – per sostenere le spese. Erano soldi che avrei potuto mettere da parte per mia figlia o usare per pagare il mutuo della casa che avevo acquistato per la mia compagna e per Margherita. Per la causa in Russia mi hanno chiesto almeno 30mila euro. Lo farò. Sono in contatto con amici russi. Per loro tramite cercherò di fare avere gli auguri a mia figlia. Mi farò aiutare per mettermi in contatto con i media della zona dove si trova Margherita. Non mi fermerò. . Italia e Russia hanno ratificato il trattato dell’Aja sui minori. Allora non è solo Marcello Ienna. Sono il governo, la diplomazia, la Stato italiano che devono tutelare mia figlia. È cittadina italiana, non una cittadina di serie B».