Influencer nel mirino

Quello dell’influencer marketing nei social media è un fenomeno spesso giudicato poco trasparente

Milano, 24 luglio 2018 - Quello dell’influencer marketing nei social media è un fenomeno spesso giudicato poco trasparente. Ne sono prova le varie denunce dell’Unione Nazionale Consumatori e le recenti ingiunzioni emanate dallo Iap-Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria nei confronti di questo canale di promozione commerciale. Tra i post oggetto delle ingiunzioni ci sono quelli su Instagram della blogger Chiara Nasti relativi a “Sunsilk” che, per il Comitato di controllo, non erano «idonei a rendere inequivocabile l’identificazione di quel contenuto come frutto di un accordo di natura commerciale tra la blogger e il brand» e altri di Chiara Bolognesi, relativi alla candela profumata Alessi.È stata anche censurata la pubblicità delle Insalatissime Rio Mare diffusa attraverso un post sul social network Instagram - ora rimosso dal profilo social, ma ancora visibile sui motori di ricerca - dell’influencer Martina Ravotti (che, oltre a Insalatissime Rio Mare, promuove anche Garnier Skin Active). In tutti i casi i post sono stati considerati una violazione dell’articolo 7 della Digital Chart, secondo il quale la comunicazione commerciale digitale deve sempre essere riconoscibile come tale.

Iap e Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) hanno quindi siglato un accordo quadro per regolare gli influencer e monitorare i messaggi commerciali online. È la prima intesa siglata dall’Istituto con un’Autorità, nella speranza che la collaborazione possa estendersi anche all’Antitrust, dando ancor più peso all’iniziativa e allineandosi a quanto avviene in altri Paesi europei, dove gli accordi fra Autorità e Istituti di autodisciplina sono la normalità. La Digital Chart dello Iap prevede che la finalità promozionale di un post sia chiaramente riconoscibile, grazie all’inserimento di avvertenze, come#ad #pubblicità,#sponsorizzato, #advertising, #inserzioneapagamento, o, nel caso di fornitura di beni a titolo gratuito, #prodottofornitoda, seguite dal nome del marchio. Sono regole alle quali devono attenersi anche le aziende che commissionano le campagne pubblicitarie tramite gli influencer. Anche l’Unione Nazionale Consumatori sta portando avanti una battaglia contro la promozione pubblicitaria occulta nel web e auspica una regolamentazione giuridica dell’attività dei web influencer. Senza dimenticare l’allarme dell’Ordine dei giornalisti, che teme la contaminazione dei contenuti informativi.