Notre Dame divorata dal fuoco, Delpini: "Il Duomo di Milano non corre rischi"

L'arcivescovo: "E' una ferita per tutta l'Europa". Sala e Fontana esprimono vicinanza e solidarietà ai francesi

Notre Dame in fiamme: era il 15 aprile 2019

Notre Dame in fiamme: era il 15 aprile 2019

Milano, 16 aprile 2019 - All'indomani del devastante rogo che ha distrutto la cattedrale di Notre Dame lasciando il mondo intero sgomento, Milano si interroga sui rischi potenziali per il Duomo ed esprime vicinanza e solidarietà ai francesi così duramente colpiti in uno dei luoghi simbolo più cari. "Massima solidarietà a tutto il popolo francese da parte della Regione Lombardia" è stata espressa dal governatore Attilio Fontana, a margine dei lavori del Consiglio regionale. "È una cosa drammatica - ha detto Fontana - con Notre Dame rischia di essere distrutto uno dei simboli della nostra cultura, della nostra storia e della nostra religione, qualcosa che va veramente oltre il valore artistico della cattedrale".

"Sono molto vicino da tanti punti di vista alla sindaca di Parigi Hidalgo, con la quale collaboro su tante materie. Questa è una tragedia per il valore culturale e religioso e poi era anche un capolavoro del gotico. Speriamo possano recuperare il più possibile": lo ha ribadito il sindaco Giuseppe Sala a margine della commemorazione "dei cittadini milanesi caduti per la libertà" al Campo della Gloria del Cimitero Maggiore.

A rassicurare i milanesi su ipotetici rischi per il duomo è invece l'arcivescovo Mario Delpini: "Il Duomo di Milano è costruito in un'altra maniera, non mi pare che ci siano rischi di questo genere. Credo che tocchi agli ingegneri e agli addetti alla prevenzione vedere le cose che succedono". A margine della cerimonia per l'inizio delle celebrazioni del 25 aprile, monsignor Delpini ha espresso il suo dolore per l'accaduto: "E' una ferita comune per l'Europa e un lutto per tutti. Colpito un monumento religioso, della storia, e un luogo di convergenza di una civilta'. Sto pensando a come esprimere la solidarietà alla Chiesa francese e alla città. Oggi - ha aggiunto - c'è solo da soffrire con chi si sente particolarmente coinvolto e assicurare quella solidarietà che guarda al futuro e che spera di riavere Notre Dame come luogo di preghiera". Piangono per la cattedrale "non solo i cattolici", nel vedere "uno spettacolo impressionante, che ha intaccato un'immagine in cui tutti si riconoscono e che riconoscono come un un patrimonio condiviso". 

"Spero -  è l'auspicio dell'arcivescovo di Milano - che si metta mano alla ricostruzione e si riesca a recuperare questo luogo di storia e di preghiera per quello che sarà possibile". Da ricostruire però non ci sono solo gli architravi e le strutture ma "ricostruzione vuol dire ricominciare a costruire la civiltà che ha generato Notre Dame". E anche in questo processo è fondamentale il senso della speranza "che noi cristiani riteniamo invincibile, perché fondata sul fatto che dal male possa nascere il bene,  che dalla morte può nascere la vita". Alla domanda se la Chiesa come istituzione debba contribuire alla ricostruzione di Notre Dame, Delpini ha risposto: "Come si sa questa chiesa appartiene allo Stato ed è responsabilità del Governo custodire i monumenti, farne manutenzione, ma i cittadini contribuiranno, tanto più quelli cattolici".