Oggiono, il Tar respinge il ricorso: “La Calabrisella” non può riaprire

Respinto il ricorso dei titolari della pizzeria d'asporto: sono parenti di un condannato all'ergastolo per reati di mafia

 Il locale  è di proprietà dei parenti di un ergastolano

Il locale è di proprietà dei parenti di un ergastolano

Oggiono, 27 aprile 2019 - La saracinesca della pizzeria d’asporto “La Calabrisella” di via Camillo Benso Conte di Cavour resta abbassata. I giudici del Tar hanno cassato il ricorso dei titolari dell’attività, chiusa su ordine della prefettura a inizio mese con una interdittiva per il sospetto di infiltrazioni mafiose. Il proprietario della pizzeria è infatti Raffaele Pedace, 32 anni, compagno di una delle figlie di Bruno Deluca, 59enne di Dolzago, cognato di Franco Coco Trovato, il “capo dei capi” della ‘ndrangheta lombarda che, nonostante i suoi 72 anni d’età, sta scontando l’ergastolo in un carcere di massima sicurezza in regime di 41 bis. Il suocero del titolare della pizzeria e appunto marito della sorella del boss della picciotteria è stato pure lui arrestato prima per droga nel 2000, poi nell’operazione Oversize nel 2006 anche per associazione mafiosa e poi nel 2012 di nuovo per droga, trovata all’interno del suo pub “The Village” di Lecco.

Il sospetto per gli investigatori è che il genero possa essere una “testa di legno” e che a gestire veramente gli affari, magari anche poco leciti, siano semmai i Deluca e i Coco Trovato. “La Calabrisella” tra l’altro in passato era già stata chiusa per lo stesso motivo, salvo poi essere riaperta. Secondo i magistrati del Tribunale amministrativo regionale tuttavia la ricostruzione e i rilievi formulati dai funzionari della prefettura insieme agli investigatori della Dia, spulciando non solo i certificati anagrafici, ma anche i conti correnti, sono più che fondati. Per questo “La Calabrisella” resta chiusa.