Calolziocorte, centri migranti lontano da scuole e stazioni. Il Pd: "Apartheid"

Polemica per il nuovo regolamento

Agenti nella zona della stazione

Agenti nella zona della stazione

Calolziocorte (Lecco), 12 aprile 2019 -  Come con il gioco d’azzardo e i mini casinò, che vengono combattuti da diversi comuni a suon di ordinanze, anche i migranti vengono considerati una ‘minaccia’ a Calolziocorte, cittadina lecchese ai piedi del Resegone, dove presto potrebbe entrare in vigore un regolamento che prevede la divisione del centro in zone: quelle rosse dove sarà vietata l’apertura di centri di accoglienza e quelle blu dove sarà necessario il nullaosta da parte dell’amministrazione comunale. In particolare il provvedimento approvato dalla maggioranza di centrodestra del sindaco Marco Ghezzi parla di nove zone rosse, mentre sono cinque quelle blu. La stazione e la scuola, ad esempio, vengono inserite fra le prime, biblioteca e oratori nelle seconde. «L’obiettivo non è impedire l’apertura dei centri, ma regolamentarli. Per puntare a una vera integrazione degli ospiti», si difende il sindaco. 

Fra gli eventuali centri di accoglienza che potrebbero sorgere sul territorio e i luoghi ritenuti ‘sensibili’ dovrà esserci una distanza minima di 150 metri. Una scelta che ha suscitato polemiche sia a livello locale che nazionale.  «Gli sbarchi si sono fermati e di situazioni difficili a Calolziocorte non ce ne sono. Faremo il possibile per bloccare questo regolamento: lo trasmetterò alla Prefettura», commenta dal gruppo di opposizione Sonia Mazzoleni. Il capogruppo dem in Senato, Andrea Marcucci, tuona: «Il prefetto intervenga subito per impedire qualsiasi apartheid»». Gli fa eco il deputato Pd di Lecco, Gianmario Fragomeli: «Calolziocorte ha compiuto una scelta di una gravità inaudita. Per volontà della giunta leghista e per pura propaganda politica è stato introdotto un principio di vero e proprio segregazionismo.