Lecco, la battaglia dei container: gli studenti del Bertacchi protestano in Provincia

Contrari all'ipotesi di trasferire il liceo Manzoni nell'area di via XI Febbraio

Gli studenti davanti alla sede della Provincia

Gli studenti davanti alla sede della Provincia

Lecco, 19 febbraio 2019 - Nel Sessantotto i liceali protestavano contro la guerra in Vietnam, negli anni Ottanta nel mirino c’erano i carri armati israeliani mandati a sedare l’Intifada palestinese scoppiata nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania mentre negli anni Novanta gli slogan erano tutti per Nelson Mandela e contro l’apartheid. Oggi i tempi sono grami per tutti e si lotta per temi molto meno “alti” tanto che gli studenti del Bertacchi si sono dati appuntamento in piazza della Stazione per dimostrare davanti alla sede dell’amministrazione provinciale il proprio disappunto sull’ipotesi di realizzare un prefabbricato nell’area verde compresa tra il loro istituto e via XI Febbraio che possa ospitare i coetanei del Liceo classico Manzoni, costretti a lasciare a fine anno la struttura di via Ghislanzoni per via dei lavori di restyling. «Abbiamo chiesto che una nostra delegazione potesse incontrare il presidente della Provincia ma ci è stato negato», hanno spiegato alcuni di loro.

Per la verità il sit-in è filato via senza problemi nonostante la presenza delle forze dell’ordine - una decina tra carabinieri e agenti della questura - e tutta questa rabbia davvero non si è vista. Eppure qualche problema c’è come racconta il preside dell’istitutio Bertacchi. «Innanzitutto siamo stati spiazzati dal fatto che nessuno, nè dalla Provincia nè dal Comune, ci abbia avvisato di questo progetto», spiega Raimondo Antonazzo. «E sia chiaro non ce l’ho con il mio collega e gli studenti del liceo Manzoni, che hanno tutto il diritto di avere un posto idoneo dove fare lezione e in questo senso i container non mi sembrano una soluzione dignitosa». L’altro punto è proprio il luogo scelto.

«Quell'area è normalmente utilizzata dai nostri studenti per attività di educazione fisica all’aperto quando ovviamente il tempo lo consente. E oltretutto è l’area di raccolta in caso di emergenza, per cui metterci dei container con altri 400 studenti oltre ai nostri 1200, non credo sia una grande idea». Chissà come finirà ma intanto ai teenager di oggi tocca rimboccarsi le maniche perché la generazione dei loro genitori, che una volta protestavano conrtro la guerra in Vietnam e oggi sta nelle stanze del potere, non riesce a dar loro scuole dignitose e un futuro certo.