Cassano, ragazzini invadono la parrocchia dell’Annunciazione: in piedi sull'altare

Quattro adolescenti hanno utilizzato l’altare come palcoscenico per un'esibizione da rockstar

Don Bruno Cappelletti dice la Messa

Don Bruno Cappelletti dice la Messa

Cassano d'Adda (Milano), 5 aprile 2019 - Chiesa dell’Annunciazione trasformata in studio televisivo da quattro giovani cassanesi che hanno utilizzato l’altare come palcoscenico per esibirsi da rockstar, con buona pace del rispetto al luogo di culto e totale mancanza delle più elementari regole del senso civico. Il fatto è accaduto la scorsa domenica pomeriggio nella parrocchia dell’Annunciazione di via Vincenzo Gioberti. I quattro adolescenti, 16 anni il più grande, hanno atteso che in chiesa non ci fosse nessuno per dare vita alla loro performance. Sono saliti in piedi sull’altare con tanto di microfono trasformandosi in rockstar a beneficio del piccolo obiettivo del telefonino che uno dei quattro utilizzava per filmare lo show.

Il filmato è stato immediatamente postato su Instagram per mostrare al mondo la loro bravata e ricevere gli applausi virtuali del web chiamati follower. I protagonisti del pomeriggio folle sono stati riconosciuti proprio grazie al video. « È stata una bravata – spiega il parroco dell’Annunciazione don Sandro Cappelletti – causata da un sedicente trapper cassanese che incita i ragazzini a fare cose fuori di testa». Nessun danno materiale, a parte la tovaglia dell’altare sporcata dalle suole delle scarpe. «Un’azione sconsiderata che ha offeso la sensibilità religiosa di tutta una comunità – continua il don – senza tuttavia avere la piena coscienza e il deliberato consenso, così come dice la dottrina cristiana sulla colpa».

Sbollita l’ira del momento, don Sandro da uomo di chiesa sceglie la via del perdono, nessuna denuncia. «Per carità, di denunce non se ne parla proprio. Sono in contatto con i genitori e sto dialogando con i ragazzi affinché ci sia una sinergia educativa che li aiuti a recuperare una coscienza diversa». Comprendere i giovani, una scommessa tutta in salita. «Si è abbassata, diciamo così, l’età ingrata come si usa dire – conclude il parroco – I problemi che prima affliggevano i sedicenni oggi sono fanno parte della vita di quelli più giovani, che frequentano le medie. Tutto ciò che un sacerdote può fare, è stare vicino ai giovani. Non c’è alternativa al cercare di capire e al dialogo proponendo ai ragazzi modelli alternativi davvero forti, attraenti e positivi. Se non riusciamo ad offrire tutto questo, credo che tutte le battaglia rischiano di essere perse».