FRANCESCA GRILLO
Cronaca

La villa e il trono del Tony Montana di Buccinasco

Sequestrati 28 immobili ad esponente di spicco della mafia

Al Pacino sul trono di Montana

Al Pacino sul trono di Montana

Buccinasco (Milano) - La camicia sbottonata sul petto, con il colletto alto che spunta dalla giacca su misura. Le iniziali, C.W., ricamate sullo schienale di un trono con i braccioli dorati. E poi quella villa, rimasta per lo più nei sogni, sul disegno di un progetto con le colonne alte, le statue e il giardino grande come un campo da calcio. William Alfonso Cerbo si faceva chiamare Tony Montana, il gangster del film Scarface. Ma il patrimonio del Tony catanese è andato in fumo, con una maxi operazione della guardia di finanza che ha sequestrato le sue imprese da 32 milioni di euro. Trentasei, dal 2014 ai domiciliari per estorsione, trasferimento fraudolento di valori, bancarotta, William Cerbo voleva vivere così, nel lusso ostentato. Aveva dichiarato al fisco 80mila euro in 14 anni, ma in realtà i redditi superavano i due milioni di euro. Ai domiciliari ci è finito anche per associazione mafiosa. Strettissimi i rapporti con i Mazzei, la cosca di Lineri, Catania, del capostipite Santo. Li chiamano i carcagnusi, che in dialetto significa gente grezza.

Santo è finito al 41bis nel 1992 accusato di associazione mafiosa e omicidi. Era uomo di fiducia del padrino Leoluca Bagarella (affiliato ai Corleonesi di Cosa Nostra e cognato di Totò Riina). "Mazzei era accettato dai Santapaola anche se aveva avuto motivi di frizione, ma ritenuto utile agli affari dei clan", dicono le carte delle inchieste. I rapporti più stretti Cerbo li aveva con il figlio di Santo, Nuccio Mazzei, arrestato nel 2016 dopo la latitanza di un anno, nascosto ai piedi dell’Etna. Cerbo era specializzato nell’acquisizione di società e immobili: un piglio imprenditoriale che lo aveva portato a collezionare un patrimonio da 28 immobili e otto società tra Roma, Ragusa, Catania e, al Nord, a Udine, Castelfranco Veneto, Bergamo e Buccinasco, stretto hinterland milanese, dove aveva la Ristofar (in fallimento, con quote intestate ad Angelo Finocchiaro). Una ditta fantasma: a Buccinasco nessuno ne ha mai sentito parlare, c’è solo una vecchia carta di inizio attività, poi il nulla. A sequestrare tutto, il comando Provinciale della guardia di finanza di Catania, in collaborazione con il Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata di Roma. Colpire il patrimonio dei mafiosi per piegarli, si dice. E così è stato. Cerbo anche in udienza ha rivendicato i suoi rapporti con il clan, con orgoglio, senza paura. Rapporti criminali importati da Catania alle porte di Milano, su cui sono puntati gli occhi della Dda per sbrogliare il filo dei legami mafiosi tra Sud e Lombardia. Cerbo, intanto, ha chiesto di scontare gli anni di carcere lontano dalla sua Sicilia, a Milano.

 

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