Milano, la “moschea” ha i giorni contati

Il seminterrato tra le vie Cosenza e Faà di Bruno, zona piazzale Cuoco, dovrà tornare a essere “laboratorio”

IL CASO Da più di tre anni i residenti del condominio chiedono provvedimenti

IL CASO Da più di tre anni i residenti del condominio chiedono provvedimenti

Milano, 16 giugno 2018 - Il seminterrato tra le vie Cosenza e Faà di Bruno, zona piazzale Cuoco, dovrà tornare a essere “laboratorio”, secondo la sua destinazione d’uso. Tradotto: la “moschea”, formalmente centro culturale dell’Associazione Sri Lanka islamica Welfare-centre Milano, non può esistere. È il succo dell’ordinanza del Tar lombardo (Sezione seconda) a cui la stessa associazione si era rivolta contro il Comune di Milano impugnando il provvedimento (ordinanza dell’Area sportello unico per l’edilizia dello scorso 12 marzo) che le intimava «il ripristino della destinazione d’uso “a laboratorio”» dello spazio entro 90 giorni. L’associazione ha chiesto al Tar la sospensione dell’esecuzione del provvedimento. E il Tar, come si legge nel documento pubblicato giovedì, ha ritenuto «di non sospendere la parte dell’ordinanza che impone il ripristino dei locali utilizzati come Centro culturale dai ricorrenti, in ragione dell’impatto urbanistico dell’attività ivi svolta e dei possibili pericoli per la sicurezza e l’incolumità personale anche dei soggetti che risiedono in loco o che comunque frequentano il centro». Ergo: niente più preghiere in massa, né attività collaterali in questo luogo di 200 metri quadri. Accolta solo una parte della domanda: in caso di inottemperanza, il seminterrato in questione non diventerà parte del patrimonio comunale.

Per i redisenti del condominio è un trionfo: da più di tre anni denunciano viavai, assembramenti e attività che richiamano centinaia di persone. «I locali – scriveva l’amministratore di condominio a novembre del 2015 – vengono utilizzati in maniera assolutamente impropria, per raduni che spesso vedono la presenza di circa un centinaio di persone che consumano cibo e bevande e poi si radunano in preghiera». Non solo: «Il locale non è neppure dotato di un’uscita secondaria di sicurezza». A fianco dei cittadini, il Municipio 4: «Dopo che per due volte gli uffici tecnici del Comune hanno riconosciuto che la moschea di via Faà di Bruno angolo Cosenza è abusiva e deve essere smantellata, adesso arriva anche la sentenza del Tar a mettere la parola fine a questo illecito. È l’ennesima vittoria dei cittadini e del nostro Municipio», afferma il presidente del Municipio 4, Paolo Guido Bassi. «Finalmente – spiega l’avvocato Serenella Lattanzio – viene dato giusto rilievo alla voce dei residenti». E i ricorrenti? Persone vicine all’associazione sottolineano che in via Cosenza non c’è una moschea. La posizione ufficiale, apprendiamo, verrà resa nota la prossima settimana. È anche vero che il Tar sottolinea che «la controversia presenta profili di particolare complessità che richiedono un approfondito esame, non realizzabile nella presente fase cautelare». La prima udienza pubblica sarà tra un anno.

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