Milano, rapina in casa dell’ex suocero di Salvini: l'uomo bloccato con le fascette

In tre hanno fatto irruzione nell'abitazione in zona Ticinese

Matteo Salvini

Matteo Salvini

Milano, 15 dicembre 2018 - Un piano studiato nei dettagli. Preparato per giorni e poi messo in atto. Con ogni probabilità, i banditi a volto coperto sapevano che proprio a quell’ora la domestica di casa sarebbe uscita con il cane e ne hanno approfittato per fare irruzione nell’appartamento e svaligiarlo, sotto gli occhi terrorizzati della donna e del proprietario dell’abitazione in pieno centro a Milano, il 73enne commerciante Pasquale Ieluzzi, padre di Fabrizia, ex moglie del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini. Ora è caccia ai tre banditi, forse originari dell’Est Europa, che sono scappati con un bottino ancora da quantificare con esattezza, ma che potrebbe ammontare a una cifra prossima al milione di euro tra orologi di pregio, gioielli e contanti: sul caso stanno indagando gli agenti della Squadra mobile, coordinati dal dirigente Lorenzo Bucossi.

Sono le 20 di giovedì, siamo in zona Ticinese, a due passi dalla Darsena. In quel momento, va in scena l’assalto: la collaboratrice domestica di Ieluzzi, una 51enne italiana, viene bloccata all’improvviso davanti al pianerottolo e non fa neppure in tempo a chiudere la porta. I rapinatori, sembra armati di pistola e in possesso di cacciaviti e altri arnesi per lo scasso, la spingono dentro con la forza e, stando a quanto risulta al Giorno, bloccano lei e il 73enne con fascette da elettricista ai polsi: «Ora state fermi lì», dicono ai due ostaggi, senza usare alcun tipo di violenza fisica. I banditi iniziano a rovistare in tutte le stanze per portare via più oggetti possibile: l’inventario non è stato ancora completato, ma stiamo parlando di un valore molto ingente tra cronografi da collezione, preziosi e denaro stimato in svariate centinaia di migliaia di euro.

La chiamata al 112 arriva attorno alla mezzanotte, cioè quattro ore dopo il blitz nell’abitazione: non è chiaro se i due siano rimasti per tutto quel tempo nelle mani dei rapinatori o se invece abbiano impiegato diversi minuti per liberarsi dalla morsa delle fascette; in ogni caso, nessuna delle vittime ha riportato ferite o contusioni, tanto che non è stato necessario l’intervento del 118. Sul posto sono arrivati nel giro di pochi minuti gli agenti delle Volanti, che poi hanno passato il caso ai colleghi della Squadra mobile: c’è il massimo riserbo da parte degli investigatori, che si stanno concentrando come sempre accade in questi casi sia sulle possibili tracce (rilevate dalla Scientifica) lasciate dai malviventi all’interno dell’appartamento sia sull’analisi delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza installate in una zona molto centrale della città.

A ben guardare, non ci sono molti precedenti recenti di rapine simili a Milano: il colpo al Ticinese ricalca più il copione degli assalti in villa nell’hinterland, che vengono di solito messi in atto in contesti isolati e poco presidiati dalle forze dell’ordine. C’è invece un precedente che riguarda la famiglia Salvini: a metà agosto scorso, infatti, i ladri avevano preso di mira la casa dei genitori del leader leghista, in zona Bande Nere, approfittando dell’assenza dei proprietari per una breve vacanza. In quell’occasione, il gruppo, una batteria di scassinatori professionisti in trasferta in Italia per compiere furti in serie, aveva rubato nella notte argenteria e altri oggetti preziosi. Una decina di giorni dopo, gli uomini della Mobile avevano fermato gli autori, tutti georgiani di età compresa tra 26 e 34 anni, mentre stavano uscendo dal loro covo con le valigie in mano e i biglietti aerei già in tasca.

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