Milano, tram chiassosi: via al censimento

Intesa Comune-Atm per individuare le vie più rumorose e gli interventi

Tram a Milano

Tram a Milano

Milano, 8 febbraio 2018 - Il tram 7 in viale dell’Innovazione, al quartiere Bicocca, l’1 e il 10 in corso Sempione e, ancora, il 9 e il 33 in piazza Leonardo Da Vinci e via Bassini. Sono solo alcune delle linee tranviarie e delle strade che il Comune ha individuato come affette da elevata, quando non eccessiva, rumorosità. Un elenco che continua con le altre vie e le rispettive linee Atm indicate nel grafico pubblicato in pagina: via Ugo Bassi, percorsa dal tram 33, via Adriano, attraversata dal bus 96, via Anacreonte (bus 56), via Beato Angelico (tram 5), via Bramante (tram 12 e 14), via Eugenio Quarti (bus 67), via Ricasoli (tram 4), via Torino (tram 2, 3 e 14), corso XXII Marzo e viale Piceno (tram 12 e 27), via Muggiano (bus 63) e viale Boezio, interessato dal passaggio di tram storici. Senza contare, infine, le vie adiacenti ai depositi Atm come le vie Procaccini, Tartaglia e Pietro Custodi. Un elenco che sarà aggiornato dal Comune insieme alla stessa Atm per effetto dell’intesa appena approvata dalla Giunta di Palazzo Marino.

Nel dettaglio, l’esecutivo cittadino ha varato le linee guida «per la predisposizione di un Piano di Contenimento e Abbattimento del Rumore delle Infrastrutture Stradali finalizzato a censire località stradali e metodologie utili a contenere o abbattere il rumore urbano prodotto dal passaggio dei mezzi pubblici, in particolare dei tram». Un Piano al quale contribuirà anche Atm. «Il rumore fino a poco tempo fa, era una delle fonti di inquinamento più sottovalutate e meno controllate e solo da poco è stato riconosciuto come una minaccia per la salute e per il benessere psico-fisico – si legge nella nota diramata ieri da Palazzo Marino –. Oggi l’inquinamento e il disturbo da rumore sono finalmente parametri determinanti nella definizione della qualità ambientale e per questo l’amministrazione comunale ha predisposto un piano di contenimento che con l’approvazione di questo protocollo comprenderà anche la determinazione dei livelli sonori generati dal tpl integrandoli con quelli prodotti dal traffico veicolare privato».

«Conteniamo il rumore da traffico privato con misure tese a limitare l’uso dei veicoli, Area B, Area C e Zone 30. Questi sono alcuni degli strumenti efficaci che mettiamo in campo – dichiara Marco Granelli, assessore comunale alla Mobilità e Ambiente – consapevoli che il trasporto pubblico va sviluppato e i tram sono strategici oltre che caratteristici della nostra città. Oggi è possibile contenere il rumore anche di questi mezzi ma occorre un oggettivo censimento delle località e delle criticità e verificare di volta in volta gli accorgimenti migliori per ottenere un risultato soddisfacente per abbattere il rumore determinante a definire la qualità della vita di residenti e lavoratori».

Con Atm saranno condivise, in particolare, la metodologia di studio e l’utilizzo dei dati che emergeranno. Sarà quindi costituito un gruppo di lavoro coordinato dai tecnici dell’area Ambiente del Comune. «Già oggi il Comune, insieme ad Atm, è intervenuto sulle infrastrutture stradali e gli armamenti tramviari anche allo scopo di ridurre il rumore, per esempio in piazza Cinque Giornate, viale Monza e via Ornato dove il rifacimento del manto e la sostituzione dei binari ha permesso di adottare tecnologie di contenimento. Il protocollo consentirà di effettuare un reale censimento e di verificare con quali modalità intervenire» si precisa ancora nella nota. A proposito di trasporto pubblico, ieri c’è stato spazio e tempo per un altro scontro tra Comune e Regione, stavolta sul tema dell’eventuale fusione tra Atm e Trenord, fusione ancora decisamente lontana. In risposta ad una domanda il sindaco Giuseppe Sala ha detto che la fusione «è auspicabile ma non in queste condizioni». Il governatore Attilio Fontana, a domanda, ha a sua volta fatto sapere di essere d’accordo con l’eventuale fusione. Sono state poi la vicesindaco Anna Scavuzzo e l’assessore regionale Claudia Terzi a sottolineare che la fusione non è al momento né nell’agenda di Palazzo Marino né in quella di Palazzo Lombardia.

 

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