Odio, per rispondere ci vuole un corso: a Monza una seduta di allenamento culturale

Razzismo, sessismo e insulti: meglio imparare a difendersi

Roberto Mazzini della coop Giolli

Roberto Mazzini della coop Giolli

Monza, 10 ottobre 2018 - Serve allenamento contro i commenti razzisti, volgari e discriminatori: saper imparare a rispondere a dovere alle esternazioni di quotidiana intolleranza che si sentono tra la gente. Dal «tornate tutti in Africa» al «se si veste così se la va a cercare», al «non sono come noi» oppure «quelli sono tutti ladri» e quindi nomignoli, battutine e allusioni verso stranieri, omosessuali fino allo sconfinato repertorio di insulti xenofobi e offese verso le diversità.

C’è di tutto e ovunque negli spazi pubblici, sul treno come in fila al supermercato, ma anche in ufficio nelle conversazioni con i colleghi, al bar con gli amici e nelle occasioni di incontro con i parenti e la varietà di commenti, stereotipi e pregiudizi a cui capita di assistere verso gruppi sociali specifici come i Rom, le persone con diversi orientamenti sessuali o verso gli immigrati, lascia spesso senza parole. Oppure, all’opposto, suscita reazioni irruente. Ma entrambi, sia la passiva rassegnazione sia l’intervento aggressivo, sono modi inefficaci per affrontare il problema. È difficile trovare un modo per intervenire e ribattere ma con un po’ di allenamento e la giusta tecnica i risultati si ottengono. Lo dimostra l’esperienza di Barcellona dove da una decina d’anni è la Giunta municipale a pagare incontri di formazione per i cittadini contro le intolleranze e, al ritmo di circa un centinaio di partecipanti all’anno, sta diventando più diffusa la capacità di saper reagire in modo utile negli spazi pubblici quando si ascoltano commenti xenofobi, generalizzazioni, falsità e offese.

Un’iniziativa che è arrivata anche in Italia, importata dalla cooperativa sociale Giolli di Montechiarugolo (Parma) che nella sua attività di “Teatro dell’oppresso” e applicazione di metodi di “cultura del dialogo” ha organizzato un anno fa un primo stage in provincia di Parma. «Proviamo a dare alle persone gli strumenti per affrontare commenti intolleranti – spiega Roberto Mazzini, vice presidente di Giolli coop –. C’è una terza via, rispetto al silenzio o alla polemica, che non parte dal voler far cambiare idee alla gente ma prova a instaurare un dialogo e porre interrogazioni, per arrivare a capire il problema». C’è un metodo da seguire basato su tre livelli: quello dell’atteggiamento da mantenere che non deve essere giudicante, quindi la comunicazione deve interrogare e portare a una riflessione e poi bisogna avere la tecnica per dare risposte, mantenere il dialogo e introdurre elementi che facciano emergere contraddizioni e assurdità di certi argomenti. «Per creare sensibilità e dialogo contro le intolleranze serve tempo e allenamento – spiega Mazzini – come dimostra l’esperienza decennale a Barcellona». E infatti ciò che viene proposto è stato chiamato “Training anti rumors”, non un corso ma un allenamento contro i commenti discriminatori e i pregiudizi che la cooperativa Giolli porta per la prima volta fuori dal suo territorio. Sabato sarà a Monza, al circolo Arci Scuotivento, per una giornata di allenamento anti rumors che sarà il terzo incontro di questo tipo organizzato in Italia, proposto soprattutto a chi lavora con gruppi a rischio di discriminazione, per attivisti e per chi fa un lavoro sociale ed educativo. Ma che poi tornerebbe utile a tutti.