"Cacciate gli insegnanti dello Zucchi, la segretaria l'abbiamo già schiaffeggiata"

Un documento inedito del Commissario del Fascio datato 1944 fa luce sul clima di intimidazioni a Monza

Il liceo classico Zucchi

Il liceo classico Zucchi

Monza, 13 gennaio 2019 - La sventurata rispose. Non si sa con quali parole, e nemmeno a che domande, ma con una frase sgarbata rivolta a un sottufficiale Maria Capuano, segretaria del Liceo Zucchi, nel 1944 “si meritò” schiaffi, umiliazioni e l’allontanamento dal lavoro. Erano gli anni della caduta del fascismo, anni bui. La sanguinosa Seconda guerra mondiale volgeva al termine, Repubblichini e nazisti sparavano le ultime cartucce, violenze e atrocità erano all’ordine del giorno. E pure Monza e il suo glorioso liceo classico ne fecero le spese. Ricostruiamo questa vicenda grazie a una lettera inedita scovata da Vittorio Rossin, statistico del Comune di Monza e appassionato di storia. Analizziamo dunque il documento.  Il mittente, su carta intestata, lascia poco spazio ai dubbi: “Partito Fascista Repubblicano. Fascio di Combattimento di Monza”. 

Poi, subentrano luogo e data: “Monza, lì 21/12/1944/ XXXIII°”. E con XXXIII° si intende l’anno dalla costituzione del Partito Fascista. Infine il destinatario: “Al Comando della Legione Autonoma Mobile “Ettore Muti”. Divisione di Polizia Milano”. E con la prima riga di precisazione si comincia a entrare nel merito della vicenda, in un linguaggio a metà fra il burocratese più spietato e la virulenza di un Regime ormai in crisi. La sensazione che tutto stia finendo è palpabile, innanzitutto nel comportamento di chi sino a poco tempo prima era probabilmente abituato ad avere a che fare con persone costrette a chinare il capo, più o meno osannanti. Persone che invece ora, forse presentendo che tutto l’apparato di una dittatura ormai agli sgoccioli sta per sgretolarsi, rialza la testa. Non risponde più a comando. Prosegue la lettera. “Rispondo alla vostra del 16 corr. n° 1731 riguardante la Signorina CAPUANO Maria Segretaria del Liceo Zucchi di Monza per l’offesa da questa fatta al Caporale dei Bersaglieri del Reggimento “L. Manara” per dirvi quello che ho già detto alla Segreteria Politica del P.F.R., al Commissario Federale di Milano ed al Comando del Reggimento anzidetto”. Si capisce dunque che la suddetta segretaria deve aver risposto male, non si sa in quale misura, a un militare, a un sottufficiale.

E si precisa: “...e cioè: a) che la CAPUANO venne immediatamente affrontata dai miei squadristi e schiaffeggiata a dovere; b) che subito dopo, invitata nella Casa del Fascio, la CAPUANO chiese perdono per la frase infelice pronunciata contro un bersagliere in un momento ed in un luogo poco opportuni, perdono che le fu concesso in onore del marito, combattente in Russia e disperso; c) che per la CAPUANO è già stato firmato il decreto, purtroppo del cambio della Sede, non del collocamento a riposo!”. Il quadro è desolante quanto in linea con i comportamenti messi in atto in quegli anni, soprattutto dagli squadristi della Brigata Muti. La segretaria in questione, per la sua presunta insolenza, viene infatti affrontata da un manipolo di squadristi, viene “schiaffeggiata a dovere” e costretta a chiedere umilmente scusa. Perdonata - si fa per dire - soltanto in quanto moglie di un soldato disperso nella disastrosa campagna di Russia... E proposta per il licenziamento. Anche se chi scrive e firma la lettera, il Commissario del Fascio di Monza, si deve piegare suo malgrado al fatto che la segretaria venga in realtà soltanto spostata di sede... ma tenuta in servizio.

Ed è qui che il piccolo gerarca repubblichino dà sfogo a tutta la propria acrimonia. Infatti conclude la lettera con queste parole, insieme tragiche e involontariamente grottesche...: “È davvero sconfortante il dover constatare come, non solo la CAPUANO, ma tutti indistintamente gli Insegnanti del Liceo Zucchi di Monza meritino di essere mandati a spasso per la nefasta loro opera avvelenatrice delle giovani menti loro affidate! Perché non chiudono le Scuole? La Patria si serve nelle trincee, oggi, non sui banchi delle Scuole!”.

Il Commissario del Fascio arriva addirittura a teorizzare non soltanto che gli insegnanti dello Zucchi meriterebbero di essere cacciati, ma che forse addirittura continuare a studiare è inutile, le scuole andrebbero chiuse e i ragazzi e i loro insegnanti mandati a combattere in trincea. Non sappiamo come si concluse questa triste vicenda, se la segretaria riuscì mai tornare a svolgere il proprio lavoro a Monza, e quale sia stata la sorte del Commissario che l’aveva presa di mira. Che chiude la sua missiva lamentando il fatto che alla fine Provveditore e funzionari del Ministero dell’Educazione se la sarebbero presa addirittura con lui invece che con l’oggetto dei suoi strali... “Eppure io sono stato aspramente criticato per la lezione data alla CAPUANO e so che il Provveditore agli Studi di Milano, ad un Funzionario del Ministero dell’Educazione, che dopo esser venuto da me era andato da lui per narrargli il fatto esattamente come era avvenuto, ha stigmatizzato invece il mio gesto e non quello della CAPUANO. Firmato: il Commissario del Fascio Zanuso”.