Bereguardo, ponte di barche al collasso: "Ci sono i soldi non i lavori"

Il collegamento di barche in crisi per la ghiaia

Dopo la piena di novembre assi sconnesse e banchi di ghiaia mettono sotto stress i barconi

Dopo la piena di novembre assi sconnesse e banchi di ghiaia mettono sotto stress i barconi

Bereguardo (Pavia), 31 marzo 2019 - «Il ponte sta collassando. Ci passiamo ancora con le auto, ma non sappiamo fino a quando». È un autentico grido d’allarme quello lanciato da Carlo Maiocchi del comitato Ticino 2000. I soldi per sistemare lo storico attraversamento ci sono, ma non si interviene. «Adesso pare che il progetto sia pronto – insiste Maiocchi –. Speriamo sia davvero così. Il Parco del Ticino è d’accordo sull’intervento da fare, la Provincia che è proprietaria dell’attraversamento anche, non capiamo che cosa si stia aspettando tanto più che gli 800mila euro stanziati per la sistemazione del ponte sono disponibili».

I problemi per l’importante collegamento tra la Lomellina e il Pavese sono sorti dopo l’ultima piena di novembre che aveva fatto alzare il livello delle acque portando praticamente in piano l’impalcato. «Allora era un piacere passare sul ponte», sottolinea Maiocchi. Nel momento in cui si sono ritirate le acque, però, il ponte si è ritrovato immerso per gran parte nella ghiaia. «In queste condizioni il manufatto è sotto stress - aggiunge Carlo Maiocchi -. È nato per stare in acqua, invece adesso per la maggior parte sta sulla ghiaia tutto sconnesso e abbandonato al suo destino. Chiediamo un intervento urgente, non accettiamo che il ponte venga lasciato in queste condizioni. L’acqua è un ammortizzatore. In passato, quando c’era una vigilanza, si provvedeva tempestivamente. Ora la vigilanza non c’è più, il Ticino è in secca e il ponte soffoca nella ghiaia».

Per ridare linfa al ponte, si dovrebbe rimuovere la ghiaia e aprire una lanca per dare più acqua possibile alle chiatte. «Faremo di tutto perché il ponte torni ad essere messo in sicurezza – prosegue il presidente del comitato Ticino 2000 –. Tre anni fa lo stesso presidente della Regione di allora, Roberto Maroni, era venuto a Bereguardo a vedere in quali condizioni si trovasse la struttura e poi era stata sottoscritta una convenzione con Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po), Provincia e Parco del Ticino. I fondi messi a disposizione, però, non sono ancora stati utilizzati. Sono consapevole che il ponte di barche è una bella gatta da pelare, ma piaccia o non piaccia il ponte c’è e va tenuto e mantenuto in sicurezza con una costante e continua buona manutenzione. Abbiamo perso la pazienza nel vederlo in questo stato». Assi rotte sull’impalcato, chiatte che affondano nella ghiaia e auto che affrontano le montagne russe. «Si deve assolutamente rimuovere la ghiaia e lo si deve fare presto – dice ancora Maiocchi – poi la Provincia potrà effettuare i lavori che l’impalcato richiede. Nel frattempo, il mese prossimo piazza Italia interverrà su quello che era il capanno dei cantonieri. Lo sistemerà per realizzarvi un presidio della Protezione civile, un centro a disposizione del Parco del Ticino e, nei fine settimana estivi, anche un punto di stazionamento delle ambulanze. In questo modo toglieremo una parte di degrado da quell’area».