Rozzano, il Comune e la ong uniti per salvare le aule in Palestina

La ong Vento di terra, di Rozzano, ha creato la scuola di gomme che verrà demolita

L’istituto, frequentato da oltre 160 alunni ad Alhan al Akhmar in Palestina

L’istituto, frequentato da oltre 160 alunni ad Alhan al Akhmar in Palestina

Rozzano (Milano), 2 giugno 2018 - «Salviamo la piccola “Scuola di gomme” in Palestina». La scuola, costruita dalla Ong rozzanese Vento di Terra, che lavora in aree di conflitto, rischia di essere demolita per volontà della Corte Suprema Israeliana. Da qui la decisione della giunta comunale di Rozzano di chiedere al Governo italiano un intervento immediato e deciso nei confronti delle autorità israeliane, affinchè sia fermata la demolizione della scuola di gomme “italiana” di Khan al Ahmar, un piccolo villaggio beduino palestinese, tra Gerusalemme Est e Jerico.

L’Alta Corte di Giustizia israeliana ha deciso, infatti, che la scuola sia demolita a inizio giugno. L’istituto, frequentato da 160 alunni, è stato costruito dalla Ong di Rozzano Vento di Terra con fondi della Cooperazione italiana, della Cei (Conferenza Episcopale), dei Comuni e di associazioni e parrocchie.

La scuola sorge nei pressi di un piccolo villaggio beduino e di una grande colonia israeliana (Maale Addumim), colonia ritenuta illegale, come tutte le altre, dalla comunità internazionale poiché sorgono in Territori Occupati militarmente. «La scuola di gomme di Palestina, costruita dagli italiani per i bambini beduini jahlin - dichiara il sindaco Barbara Agogliati - rappresenta un baluardo di educazione, futuro e istruzione in un contesto di violenza, sopraffazione e occupazione militare. La scuola offre una prospettiva di pace e di futuro. Demolita la scuola, resterà solo il vuoto, il rancore e la contrapposizione». Anche il sindaco di Locate Triulzi, Davide Serranò, si è mobilitato contribuendo a promuovere una petizione online per salvare al scuola.

«La scuola di Gomme di Khan al Ahmar, un piccolo villaggio palestinese, verrà demolita per ordine della Corte israeliana. Ancora una volta vengono calpestati i diritti alla vita, alla libertà, all’istruzione, di piccoli innocenti la cui scuola rappresenta l’unico mezzo di riscatto, di cultura, di apprendimento, di socialità, per costruire un futuro migliore. Un appello:ognuno con i propri mezzi possibili, aiutiamoli!» In campo anche Società Civile per la Palestina, rete tra 20 associazioni italiane, che ha presentato un appello alle istituzioni dell’Unione Europea, alle Nazioni Unite, a tutte le forze della Società civile e alle agenzie internazionali perché facciano pressione sul Governo israeliano affinché la demolizione e la deportazione, che avverrebbero in violazione delle leggi internazionali e in particolare della Quarta Convenzione di Ginevra, non siano rese esecutive.