CULTURA & SOCIETA'

Domani “Piccole Restitute” vestite di bianco ai piedi della Santa

In questa fausto giovedi  di maggio, in cui la Chiesa  vive la bellezza della fede nel Creatore e nei sui storici  santi patroni e protettori, la  comunità lacchese e non solo, devota, è tutta osannante intorno al ricordo ed all’immagine di Santa Restituta  Martire. Di  Lei si celebra  la ricorrenza del martirio e la santità per volere popolare. Oggi e domani mattina 16-17 maggio, al primo risveglio ogni fanciulla di Lacco Ameno dall’animo rapito, si sente “Restituta” ed emula di una coraggiosa ragazza cartaginese che preferì donare la vita  pur di non rinnegare la propria fede cristiana.

E’ la magia di un giorno particolare 17 di maggio, in cui nell’aria si odono le voci di una spiritualità diffusa e il profumo dei gigli di San Montano presenti in questa santa storia  che è più forte della leggenda. E’ bello per le ragazze di Lacco Ameno portare il nome di Restituta,  perchè il simbolico accostamento alla giovane martire africana, le fa sentire per un giorno o per tutto il periodo dei festeggiamenti, spiritualmente incarnate nel modello di colei che seppe respingere  il male per guadagnarsi un bene superiore, al costo della propria esistenza. Provate ad insinuare con qualche pensiero non gradito sulla sacralità storica o leggendaria di Santa Restituta, e seduta stante, vi farete nemici tutti i lacchesi. I quali, pur di difendere dalle male lingue blasfeme  la “loro” giovane martire di Cartagine, approdata esanime sulla spiaggia di San Montano circa 18 secoli fa, farebbero il diavolo a quattro, come dice un vecchio detto. 

Noi, che non siamo male lingue e né blasfemi, trattiamo l’argomento con rispetto, facendo giustizia della storia ed anche della leggenda, ma solo in punta di penna, che hanno accompagnato l’intero percorso di santificazione popolare della giovane africana assassinata, per non aver voluto rinnegare la sua fede in Gesù a favore di quella dei propri carnefici.La storia di Restituta d’Africa, la martire cristiana del III secolo d.C. che insieme all’ischitano doc San Giovan Giuseppe della Croce,  sono i Santi Patroni dell’isola d’Ischia, è avvolta nella leggenda o nel miracolo della Fede. Diciamo che storia e leggenda si intrecciano e danno vita alle lecite considerazioni che ne derivano. Restituta era una ragazza di Biserta, città nell’odierna Tunisia e si convertì al cristianesimo cattolico  subendo le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano fino al martirio. Don Pasquale Polito e don Pietro Monti sono gli storici isolani che meglio si sono immersi e dalle certezze, per giungere alla fine, alla legittimità del culto della giovane martire. Mons. Polito nel suo libro del 1963 “Lacco Ameno: il paese, la protettrice, il folclore” così scriveva: “Viveva in quel luogo una pia donna di nome Lucina ed a lei apparve in visione l’Angelo del Signore e le raccontò la storia del martirio di Restituta e le dette pure il mandato di recarsi a S. Montano, di raccogliere il corpo della martire e di seppellirlo con grande venerazione”.Lucina fece esattamente quello che le aveva detto l’Angelo. Seppellì Restituta nel luogo dove si radunavano i cristiani e cominciò a venerarla ed a diffonderne il culto. Questo racconto, scrive infine Don Polito, è stato trasmesso di generazione in generazione per secoli.

Quanto c’è di verità storica e quanto di leggenda?” I lacchesi ed i devoti di Santa Restituta sparsi per l’isola non intendono approfondire, e nemmeno noi vogliamo farlo. Senza dubbio la storia dei gigli fioriti in un angolo della spiaggia di San Montano, laddove Lucina, avvisata dall’angelo,trovò il corpo della giovane martire, ci fa volare con l’immaginazione, poi la tesi del miracolo prende il sopravvento e finiamo tutti col credere, grazie al dono della fede. Don Pietro Monti da canto suo, ha speso la sua intera  vita alla ricerca delle testimonianze che accertassero l’attendibilità di teorie riconducibili alla fioritura dell’era crisitiana nei luoghi del ritrovamento del corpo della fanciulla di Cartagine.  Don Pietro Monti il sacerdote-archeologo di Lacco Ameno trova le risposte proprio sotto il pavimento della Chiesa di cui era stimato Rettore. Durante gli scavi la straordinaria scoperta che infervorò ancor più la passione di Don Pietro. Infatti Il pavimento della “chiesa piccola” nascondeva quattro chiese: la prima del III secolo d.C. che era il centro della cristianità dell’intera isola d’Ischia dove si conservavano le spoglie mortali di Santa Restituta; la seconda del IX secolo d.C. ricostruita dal conte Marino sulle rovine della prima basilica. Risale a questo periodo il trasferimento dei resti mortali di Santa Restituta a Napoli nel Duomo  per timore di un saccheggio da parte degli invasori Mauri; la terza del XIV secolo quando nel 1374 mons. Bartolomeo Bussolaro vescovo d’Ischia provvide alla costruzione di un muro difensivo interno alla chiesa che diviene meta di pellegrinaggi da tutti i villaggi dell’isola; la quarta chiesa è del XVII secolo con una dedica a S. Maria del Carmine la cui immagine si venera ancora oggi opera di Decio Tramontano (1560); ed infine la quinta chiesa  che è quella che vediamo oggi costituita da quella “grande” e quella “piccola”. Al di là dei dubbi sollevati e delle perplessità espresse e poi rientrate, per rispetto della storia e della cultura che ne consegue, il fenomeno di Santa Restituta rimane tale e quale, ed intorno ad esso si sviluppa  la devozione sempre più crescente. Questa sera  sulla spiaggia di San Montano il miracolo della giovane martire Restituta si ripeterà davanti al clero  isolano, alle autorità civili e militare dell’isola, alle rappresentanze del Comune di Lacco Ameno e ad una grande folla composta e disposta a credere senza riserve. Santa Restituta e il suo culto infine non si smentiscono. Doman i mattina  “piccole Restitute” lacchesi vestite di bianco  con coetanei in coccarda al braccio riceveranno il sacramento della loro prima comunione nell’antico santuario ai piedi della Santa. Quest’anno il sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale offrirà come da tradizione, l’olio che alimenterà la lampada votiva.

                                                                                     antoniolubrano1941@gmail.com

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