La misteriosa scomparsa di Italo Toni e Graziella De Palo. Un caso internazionale dimenticato e senza verità

Pubblicato: Domenica, 02 Settembre 2018 - Fabrizio Giusti

ACCADDE OGGI - Il 2 settembre del 1980 scompaiono da Beirut i due giornalisti italiani. Non si è mai saputo nulla su ciò che gli accadde

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Nessuno ha mai saputo cosa sia successo. Dal 2 Settembre del 1980 sulla scomparsa di Italo Toni e Graziella De Palo, due giornalisti di inchiesta, non si è mai fatta luce. Un oblio lunghissimo, senza risposte. Sparirono da Beirut mentre lavoravano sulle rotte del traffico di armi. Da allora il buio, o solo qualche fioca luce.

Toni e De Palo erano scesi in Libano per documentare le condizioni di vita dei profughi palestinesi e fare luce sulla situazione politico-militare dell'area. Uscirono dal loro albergo ed entrarono dentro una jeep del ''Fronte Democratico Popolare per la Liberazione della Palestina”. Toni conosceva bene i problemi del Medio Oriente, la De Palo era una giovane e capace collaboratrice di ‘Paese Sera’ e de L'Astrolabio, la testata fondata e diretta da Ferruccio Parri, dalle cui colonne si denunciavano e documentavano i traffici internazionali delle armi che avvenivano in violazione dell'embargo sancito dall'ONU contro le nazioni dell'area afroasiatica.

Il 2 settembre 1980 fu l'ultimo giorno in cui Italo e Graziella vennero visti. Poi il buio assoluto, come un caso di lupara bianca di natura internazionale. Solo qualche mese prima, a firma di Graziella Di Palo, ‘Paese Sera’ aveva pubblicato, il 21 marzo 1980, un articolo intitolato “False vendite, spie e società fantasma: così diamo armi” in cui si ricostruiva la rotta delle armi dall'Italia a paesi ‘canaglia'. Fu questa curiosità una delle motivazioni della loro scomparsa? Chi si è occupato del caso, ancora se lo chiede.

I due si registrarono a Beirut in qualità di giornalisti, ospiti della resistenza palestinese. Toni, dopo qualche giorno, chiese di poter visitare le postazioni militari palestinesi del Sud, quelle più attive nella guerra contro gli israeliani. Ma bisognava rivolgersi al “Fronte Democratico” di Nayef Hawatmeh. La visita venne organizzata il 2 settembre 1980. Il giorno prima - secondo quanto appreso sino ad oggi - i due cronisti si recarono all'ambasciata d’Italia per segnalare la loro presenza in Libano e spiegare il motivo della loro attività. Informarono le autorità che il giorno dopo sarebbero stati accompagnati da esponenti del “Fronte Democratico” per la visita nelle zone più calde della guerra. Toni era consapevole che l'operazione poteva essere pericolosa. Per tali motivi, dopo aver chiesto la protezione dell’ambasciata, raccomandò di dare l'allarme se entro tre giorni non fosse avvenuto il loro rientro in albergo. L’allarme non scattò. Nessuno li cercò. L'ambasciata italiana si allertò solo il 15 settembre, in seguito alle richieste di alcuni familiari. A ottobre il Ministero degli Esteri aprì un fascicolo di inchiesta. 

Circa un mese dopo alcuni giornalisti, recatisi ad intervistare il capo delle forze falangiste libanesi, Béchir Gemayel, furono informati che i cadaveri dei due scomparsi erano stati ritrovati e portati all'obitorio dell’ospedale americano della città. Ma si trattò di una notizia prova di fondamento. Da quel momento in poi sula vicenda calò il silenzio, neanche la stampa ne face menzione. Un depistaggio continuo, arricchito da testimonianze inattendibili o che non hanno portato alla verità.

La mamma di Graziella, nel giugno del 1983, scrisse una lettera al presidente della Repubblica, Sandro Pertini: “Sono convinta che il crimine si è consumato con la connivenza di alcuni settori dei servizi dello Stato italiano – citava il testo- divenuti strumento di loschi interessi e traffici a diverso livello...''. Chi rapì Graziella e Italo? Chi fu il regista dell'operazione? Fu un omicidio voluto per ragioni di Stato? Fu un sequestro ordinato e finito male? E dove sono finiti i corpi dei due giornalisti? La vicenda è ancora avvolta dal mistero

Negli ultimi anni è emerso che la duplice scomparsa possa essere stata la conseguenza della rottura del cosiddetto ‘Lodo Moro', nato tra il 1973 e il 1974 con l'OLP (la vicenda emerse durante i lavori della commissione parlamentare d'inchiesta sul'dossier Mitrokhin’), che permetteva il transito in Italia di armi destinate alle cellule terroristiche internazionali palestinesi in cambio della promessa di non fare attentati in Italia. In quell'estate del 1980, poco prima della strage di Bologna, accadde però un fatto ritenuto importante. Ad Ortona, in provincia di Chieti, venne sequestrato un furgone con due lanciamissili Sam-7 Strela di fabbricazione russa. Nell'ambito dell'operazione venne fermato Saleh Abu Anzeh, militante del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. E’ verosimile che i palestinesi abbiano deciso di cambiare il proprio atteggiamento nei confronti gli italiani in Libano? Toni e De Palo furono vittime di natura politica oppure di un errore di persona? Anche queste sono domande che sono circolate in questi anni.

Nel 1984 il presidente del consiglio Bettino Craxi appose il segreto di Stato sulla vicenda. I nomi di Graziella e Italo furono rimossi dagli elenchi degli annali internazionali che includevano i giornalisti caduti nel mondo nell’adempimento del proprio mestiere. Il segreto di Stato è stato rimosso solo il 28 agosto del 2014, per ciò che non riguarda i rapporti tra Italia e organizzazioni palestinesi. Rimane intatto il mistero su moventi, sequestratori, probabili esecutori materiali del loro omicidio, occultamento dei corpi.

Un caso che non conosce verità e giustizia.