Napoli, Centro Direzionale viaggio nell'orrore tra prostituzione, degrado e scale mobili immobili

La denuncia negli scatti dell'attivista Salvatore Catricalà

Degrado al Centro Direzionale
Degrado al Centro Direzionale
di Antonio Folle
Sabato 27 Aprile 2024, 17:33
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Per descrivere le attuali condizioni del Centro Direzionale di Napoli è sufficiente una sola parola: degrado. E' infatti proprio il degrado ad essere uno dei tratti caratteristici del complesso di edifici e grattacieli progettato dall'architetto giapponese Kenzo Tange, completato nel 1995 e che doveva proiettare Napoli nel futuro. A dispetto dei buoni propositi e dalla bontà - almeno sulla carta - del progetto dell'archistar orientale, però, la situazione è tutt'altro che rosea. Addentrarsi nei meandri di quello che in alcuni punti, specie nei sotterranei, somiglia ad un qualche b-movie statunitense anni '80, può essere una esperienza decisamente emozionante - nel senso più negativo del termine - ma che può lasciare tanti interrogativi sul come si è arrivati a certi livelli di abbandono. 

Il viaggio nel degrado del Centro Direzionale di Napoli parte proprio dall'enorme area sottostante che ospita i parcheggi. In moltissimi punti, come testimoniano anche i residenti della zona, a spadroneggiare è la prostituzione. Donne, uomini, ragazze e ragazzi di qualsiasi etnia o nazionalità che vendono il loro corpo per pochi euro, utilizzando gli spazi abbandonati come luogo dove consumare fugaci rapporti sessuali. Un sottobosco di squallore umano a cui si aggiungono ladruncoli di ogni genere e rapinatori che cercano di nascondersi dopo i "colpi" realizzati magari nella vicina piazza Garibaldi. Non mancano - e le cronache cittadine sono estremamente ricche in tal senso - spacciatori, tossicodipendenti e gli accampamenti dei senza fissa dimora che, in alcune zone, hanno dato vita a vere e proprie "camerette" fatte di coperte e cartoni. 

Arrivare a respirare l'aria aperta in superficie è compito arduo: molti gli ascensori fuori uso e quasi totalmente inservibili le scale mobili. Gli impianti sono fermi da decenni, in molti casi sbarrati con pesanti inferriate metalliche e trasformate, come testimoniano gli scatti dell'attivista Salvatore Catricalà, in vere e proprie discariche di rifiuti.

Sotto gli impianti abbandonati prendono posto altri accampamenti di senzatetto, quelli che non riescono a trovare posto nell'inferno del piano -1. 

 

E nemmeno camminare in superficie è una esperienza del tutto priva da rischi. I mattoncini che compongono il piano di calpestio sono sconnessi in molti punti, fino a formare veri e propri "buchi" nei quali è molto facile inciampare. Nelle ore tardo-pomeridiane e serali, inoltre, l'area è poco e male illuminata e si trasforma in un facile terreno di conquista per scippatori e rapinatori a mano armata. Emblematico, da questo punto di vista, il caso emerso negli scorsi giorni di una tabaccheria situata a pochi passi dalla Procura della Repubblica rapinata due volte nel giro di una settimana.

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Se le attuali condizioni del Centro Direzionale non sono un disastro, poco ci manca. Molti negozi sono sfitti e così anche parte degli uffici - secondo alcune stime si arriverebbe al 30% di immobili vuoti - situati all'interno dei grattacieli. Di sicuro il prezzo alto degli immobili non aiuta: sui più noti portali di ricerca immobiliare, infatti, l'affitto di un locale commerciale all'interno del Centro Direzionale varia da un minimo di 700 fino a "picchi" di 8000 euro mensili per i locali di pregio. Prezzi assolutamente fuori mercato per una zona dove a regnare è il degrado.

Per il prossimo futuro, però, sembra esserci ancora una flebile fiammella di speranza. In autunno è prevista l'apertura della stazione Centro Direzionale della Linea 1, la speranza - anche se ad oggi è arduo fare previsioni - è che il passaggio del Metrò possa dare nuovo impulso allo sviluppo di una zona che, dal Covid ad oggi, sta affogando nelle sabbie mobili della desolazione. 

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