La promessa di Ravasi: «Catacombe, ok la convenzione ma stavolta secondo le regole»

La promessa di Ravasi: «Catacombe, ok la convenzione ma stavolta secondo le regole»
di Maria Chiara Aulisio
Giovedì 7 Febbraio 2019, 07:23
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Un incontro all’Università Federico II organizzato dal rettore Gaetano Manfredi per dialogare con i professori Guido Trombetti e Ivano Dionigi su un tema particolarmente interessante: sfide e prospettive per l’umanità in un’epoca di profondi mutamenti antropologici, tecnologici, sociali e culturali. Ospite d’onore, nell’aula magna storica dell’università di via Mezzocannone, il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Dicastero vaticano della Cultura. Filo conduttore della mattinata, il senso stesso dell’esistenza dell’essere umano, e il rapporto – necessario ma ancora irrisolto – tra scienza e “humanities”. In platea docenti, studenti, intellettuali: si parla di teologia, ma anche di arte, musica e filosofia, Ravasi ragiona a voce alta sui nuovi modelli antropologici e culturali ai tempi di facebook e instagram, ma in pochi sanno che, in quella stessa sala, tra matricole e alti prelati, si aggirano anche un paio di bravi ragazzi della Sanità, quelli della Paranza per intenderci, la cooperativa alla quale è affidata la gestione delle catacombe di San Gaudioso, nella basilica di Santa Maria della Sanità, e di San Gennaro. Vogliono ascoltare le parole di Ravasi, sperano che il cardinale, nella sua veste di presidente della Pontificia commissione di archeologia sacra, dica qualcosa circa il rinnovo di una convenzione che langue e che invece dovrebbe disciplinare, in maniera ancora più chiara, i rapporti tra la commissione di archeologia pontificia e la diocesi di Napoli: al centro dell’accordo, come è noto, il controllo delle catacombe, raro esempio di solidarietà e, insieme, valorizzazione di un territorio ad alto rischio.

IL COMMENTO
Ne parla a margine dell’incontro, il cardinale Ravasi, poche parole, puntuali e rassicuranti, per dire che la questione catacombe non è stata certo dimenticata: «Ci stiamo impegnando per una soluzione positiva secondo le regole che stabiliremo con la diocesi di Napoli, che è il nostro interlocutore». E poi aggiunge: «La responsabilità delle catacombe, per il concordato dell’84, incombe sulla Santa Sede e, quindi, la gestione delle stesse dovrà essere condotta secondo canoni ben precisi, ma il problema si risolverà». Il cardinale affronta anche la questione del 50 per cento degli incassi che, attraverso la Curia di Napoli, sulla base della vecchia convenzione, dovrebbe essere versato nelle casse del Vaticano. E getta acqua sul fuoco: «Non dovrà essere necessariamente la metà, - dice - dobbiamo valutare la convenzione nel suo complesso e definire come si svilupperà nell’insieme». Su un punto, però, Ravasi vuole essere molto chiaro: «Contrariamente a quanto è stato detto, l’esperienza dei ragazzi della Sanità deve assolutamente continuare nel rispetto delle regole e del contesto, esattamente come accade nelle altre catacombe, 120 in tutta Italia, sotto la nostra egida». Fin qui il cardinale che, andando via, promette di tornare quanto prima in città e, in quell’occasione, non esclude di incontrare anche i giovani della Paranza. 

 

L’INTESA
In questa occasione, invece, Ravasi non ha visto il cardinale Sepe con il quale ribadisce un rapporto di stima e cordialità: «Ci siamo sentiti al telefono l’altro giorno, - spiega - gli ho detto che sarei venuto a Napoli, ci vedremo la prossima volta». E il rettore conferma: «Naturalmente avevo invitato anche lui, - puntualizza Manfredi - mi ha detto che avrebbe partecipato al convegno ben volentieri se non avesse avuto un impegno precedente». Nessun problema tra i due, dunque, anzi da parte di entrambi la volontà di liberare il campo da chi, in questa querelle, ha cercato più volte di metterli in contrapposizione ipotizzando un contrasto al vertice che sembrerebbe infondato. 

IL PROGETTO
L’obiettivo di Sepe e Ravasi è uno solo: rinnovare la convenzione con la Paranza nel rispetto delle stesse regole che valgono per tutti quelli che gestiscono le catacombe per nome e per conto del Vaticano. Con la dichiarata volontà di andare avanti nella riqualificazione di uno dei quartieri più affascinanti della città e sostenere i tanti giovani che lì lavorano. Basta pensare che nel 2008 erano solo cinque i volontari che si occupavano della gestione delle catacombe mentre oggi, in campo, ci sono 34 guide turistiche e 16 operatori addetti alla manutenzione.
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