Lady cocaina a Napoli, le consegne
avvenivano sotto la prefettura

Lady cocaina a Napoli, le consegne avvenivano sotto la prefettura
di Giuseppe Crimaldi
Mercoledì 31 Gennaio 2018, 10:32
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I fiumi di droga nelle mani delle nuove donne di camorra. All'alba di ieri scatta un'operazione in grande stile nel centro storico di Napoli: l'elicottero dei carabinieri decolla sorvolando i tetti dei Quartieri spagnoli e del Pallonetto di Santa Lucia. È l'inizio di un blitz che porterà all'arresto di 19 persone, tutti presunti appartenenti al gruppo criminale dei Farelli, riconducibile ai clan Elia e Mariano. Cinque custodie in carcere, 11 arresti domiciliari, un obbligo di firma e due divieti di dimora a Napoli e provincia. Gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, spaccio, tentato omicidio, detenzione e porto illegale di armi, esplosione di colpi d'arma da fuoco in luogo pubblico, usura, favoreggiamento di latitanza e ricettazione.

Lady camorra. Lei è Angela Farelli, soprannominata Brioche, madre di quel Francesco Valentinelli, già finito in manette il 30 novembre 2017 perché accusato dell'omicidio di Gennaro Verrano, commesso il 17 novembre 2017 tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli. Sarebbe stata lei, stando a quanto raccolto dalla Dda di Napoli grazie alle indagini dei carabinieri della compagnia Napoli centro, a gestire il traffico di cocaina nel centro cittadino. «Senza esitare - scrive il gip - a servirsi per i trasporti di stupefacenti della fidanzatina minorenne (16 anni) del figlio, consegnandole partite di droga» che sarebbero state consegnate addirittura in piazza del Plebiscito, più precisamente in piazza Trieste e Trento, sotto le finestre della Prefettura. Un'altra donna finita nel mirino è Rosa Balsamo: la cassiera che custodiva il libro mastro sul quale venivano annotate le «entrate» e le «uscite» relative al traffico di droga.
Le consegne. Oltre che in piazza Trieste e Trento, le partite di cocaina - imbustate e stipate in alcuni borsoni - sarebbero state consegnate anche in un'altra zona del centro storico di Napoli: in piazza del gesù, una delle zone più presidiate da forze dell'ordine e - ultimamente - anche dai militari dell'Esercito. Una volta a destinazione, gli stupefacenti venivano occultati in alcuni contatori dell'Enel interni ed esterni ad alcuni condomìni, come accadde in via Vincenzo Lanza - a Foria - un anno fa (la droga venne poi scoperta dalle forze dell'ordine).

 
Le intercettazioni. «State attenti - esorta la Farelli parlando al telefono con altri soggetti intercettati - Quando portate la droga guardatevi dai cani randagi: parola in codice usata per indicare le unità cinofile dei carabinieri, presenti lungo i vicoli dei Quartieri spagnoli. Ma c'è anche dell'altro: la rete di spaccio poteva contare su alcuni insospettabili incensurati: a cominciare da alcuni commercianti. Tracce dei trasporti sono state individuate addirittura nei negozi di due fruttivendoli, che custodivano di notte le sostanze stupefacenti nei frigoriferi degli esercizi commerciali. Gli ordinativi di cocaina venivano indicati con termini di fantasia: «pizze», «tipi allisciati», e «baci perugina».
L'usura. Svelato anche un vasto giro di «micro usura», che produceva un volume d'affari di circa 20mila euro al mese. È stato infine identificato l'autore del tentato omicidio di Antonio Boccia, gambizzato il 18 novembre 2015 per motivi legati al controllo di una «piazza di spaccio» nei quartieri Spagnoli: si tratta del figlio di Brioche, Francesco Valentinelli. Le indagini hanno anche permesso di individuare i due favoreggiatori della latitanza di Salvatore Maggio (appartenente al clan «Mazzarella»), catturato dai carabinieri il 10 giugno 2016 in un resort di Vico Equense.
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