Napoli, bomba di via Toledo: la guerra del racket all'ombra dei Mariano

Napoli, bomba di via Toledo: la guerra del racket all'ombra dei Mariano
di Leandro Del Gaudio
Sabato 16 Giugno 2018, 08:36 - Ultimo agg. 12:34
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Hanno fermato il traffico, si sono piazzati lì al centro della strada e hanno impedito che auto e moto potessero percorrere una delle strade più note e centrali di Napoli. Erano piazzati lì, al centro di via Toledo, all'altezza del civico 33: due scooter da una parte e un altro sul versante opposto, non lontano da piazza Carità, e hanno imposto l'alt ad auto e scooter, come se fossero stati agenti di polizia. Poi hanno scatenato l'inferno, come in un'azione stragista: una bomba in un bar, le fiamme. Mancano trenta minuti alla mezzanotte, via Toledo fa paura, a molti sembra di assistere ad un attentato terroristico. Un'azione militare, strategia organizzata, nulla lasciato al caso. Fiamme alte e fumo nero, auto che scappano, che cercano direzioni alternative lungo i vicoli di Montecalvario e della Pignasecca, richieste di aiuto.
 


DDA IN CAMPO
Ventiquattro ore dopo l'attentato, gli inquirenti battono una pista obbligata. Si muove la sezione antiracket della Questura, viene allertata la Procura. Distrutto il bar «Le Shabby cafe», che era chiuso da una quindicina di giorni. Nella notte sono stati individuati e ascoltati i proprietari del locale, i fratelli Bonavolta, noti agli inquirenti per un particolare sinistro da tenere doverosamente in considerazione: lo scorso 10 novembre, in via Pessina, venne distrutto in circostanze simili, con un attentato esplosivo, un altro bar gestito dalla stessa famiglia. Strane analogie.
Scenario estorsivo, si muove il pm anticamorra Urbano Mozzillo, titolare delle indagini sul raid incendiario di ieri notte e su quello di novembre scorso. Storia di racket - è la prima ipotesi investigativa - c'entra la camorra. Sentiti dalla Mobile del primo dirigente Luigi Rinella, i due imprenditori hanno sostenuto di non aver mai ricevuto richieste estorsive, senza però fornire alcun particolare utile alle indagini. Perché il bar era chiuso? Risposta lapidaria: c'erano lavori di ristrutturazione in corso, semplice manutenzione.
 


VECCHI E NUOVI BOSS
Ma chi c'è dietro un attentato del genere? La pista immediata, quasi per default conduce al gruppo Saltalamacchia, attualmente cellula criminale maggiormente in vista nella zona della Pignasecca. Stando agli archivi di polizia giudiziaria, i Saltalamacchia sono una lontana emanazione del clan Mariano, alcuni decenni fa potente consorteria criminale che dai Quartieri Spagnoli dettava legge su un pezzo di economia cittadina. Oggi sono tornati al centro dell'attenzione investigativa, per una doppia coincidenza: la scarcerazione (per fine pena) sia del boss storico Ciro Mariano (il capo dei cosiddetti «picuozzi»), sia del suo antico braccio destro Vincenzo Romano. Entrambi hanno trascorso una lunga detenzione e appartengono a una generazione camorristica che sembrava ormai affidata agli annali della cronaca.

 

Stando alle ricognizioni più recenti, Ciro Mariano ha una condotta irreprensibile. Esce poco, si mostra rispettoso rispetto ai vincoli fissati dal giudice al momento del suo ritorno a casa. Riceve qualche omaggio, frequenta qualche ristorante, come se fosse un pezzo di storia locale.
Fatto sta che la presenza sul territorio dei due vecchi capi può aver svolto indirettamente un ruolo propulsivo nella mente di chi la scorsa notte ha alzato il tiro. Chiara la strategia di chi ha organizzato l'attentato: distruggere il locale, radere al suolo il bar e dare un segnale. Le regole sono cambiate, nessuna linea morbida. Ma non è tutto.
CLAN MAZZARELLA
Agli atti c'è anche un'ipotesi subalterna rispetto a quella che punta ai Saltalamacchia.
Si scava nel retroterra familiare dei due imprenditori vittima del doppio raid esplosivo, si lavora su possibili contatti con San Giovanni a Teduccio, il quartiere di provenienza dei fratelli imprenditori a cui hanno distrutto il bar. Stando a questo scenario, la bomba della scorsa notte (ma anche quella dello scorso 10 novembre) potrebbe essere opera dei Mazzarella, cosca che in questi mesi sta usando la città come un domino per annientare i rivali storici dei Rinaldi. C'è un nesso tra la faida di Napoli est e la guerra del racket in via Toledo? Ci sono accordi sotterranei tra vecchi e nuovi boss di Quartieri e Pignasecca? Sgarro o storia di racket, l'inchiesta su via Toledo fa i conti con queste domande.

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