Stesa anche alla festa di nozze:
Napoli Est è una polveriera

Stesa anche alla festa di nozze: Napoli Est è una polveriera
di Nico Falco
Giovedì 3 Maggio 2018, 22:54 - Ultimo agg. 4 Maggio, 07:05
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Arrivano in scooter, sono una decina. Sfrecciano durante il concerto, a pochi passi dagli sposi, e sparano. Una decina di volte. E’ l’ennesimo capitolo di una storia che sta facendo ripiombare nel terrore la periferia Est di Napoli, dove ormai non ci sono più dubbi: guerra aperta tra i clan, criminalità comune scatenata. Nel bilancio c’è tutto: stese, intimidazioni, tentati omicidi. Sei sparatorie tra domenica e mercoledì, una media di una e mezza al giorno. E, solo tre giorni prima, un agguato di camorra. E tutto si confonde: i Rinaldi da sempre in guerra coi Mazzarella, i gruppi di Volla che tentano l’assalto all’ex regno dei d’Amico, i litigi risolti pistola alla mano. Sono saltate le regole e Ponticelli e San Giovanni a Teduccio sono tornate ad essere una enorme polveriera dove i criminali si studiano a vicenda con le “stese” prima di passare alle sentenze di morte. Ai contrasti tra clan potrebbe essere riconducibile l’ultimo episodio, quello che risale alla tarda serata di mercoledì. La zona è via Villa Bisignano, San Giovanni a Teduccio. E’ in corso una festa in strada, si sposa una ragazza del posto. Sono le 23.40 circa quando avviene il raid. I testimoni raccontano di una decina di giovani arrivati su cinque scooter che, passando poco lontano dalle persone che stavano festeggiando, mentre si stava esibendo un noto neomelodico, hanno esploso diversi colpi di pistola verso l’alto. Successivamente la Polizia non ha trovato bossoli: potrebbero aver usato delle pistole a salve, anche se è più probabile che abbiano sparato con dei revolver. Sull’episodio le indagini sono ancora in corso, c’è l’ipotesi che possa essersi trattato di una intimidazione rivolta a qualcuno che era presente in strada quella sera. Gli investigatori, dopo aver raccolto le testimonianze, stanno ricomponendo i tasselli, cercando eventuali collegamenti con gli altri fatti di sangue avvenuti nella zona.
 
Dopo mesi in cui le “stese” sono all’ordine del giorno, la settimana di passione dell’area est è scoppiata il 26 aprile, quando i killer hanno sparato all’interno del Conocal; Emanuele Errico, 19 anni, colpito alla schiena, è stato trasportato al Pronto Soccorso di Villa Betania ma è deceduto poco dopo, il ragazzo che era con lui è rimasto ferito a una gamba. L’agguato si collocherebbe nella lotta per l’egemonia sul traffico di droga e per la conquista delle piazze di spaccio del rione popolare, un tempo regno dei d’Amico e ora nelle mire dei gruppi attivi tra Ponticelli e l’immediata provincia. Il 28 e il 29 aprile, due episodi che potrebbero essere collegati e sui quali indagano i carabinieri: alcuni colpi di arma da fuoco vengono segnalati in via Pazzigno e, il giorno successivo, due giovani su un T-Max crivellano di proiettili l’abitazione di un pregiudicato ritenuto vicino al clan Mazzarella, in via Mercalli. Nella porta si conficcano 16 proiettili, a terra vengono trovati 27 bossoli e viene danneggiata un’automobile parcheggiata poco distante; la sparatoria e l’intimidazione non sarebbero direttamente collegabili a dinamiche di malavita organizzata ma sarebbero riconducibili a un litigio tra pregiudicati. Il 30 aprile, un giorno dopo, altro piombo: la Polizia trova 20 bossoli a terra intorno alle 20.40 in via delle Repubbliche Marinare, tra San Giovanni e Barra. Poche ore dopo sono ancora gli agenti a intervenire in zona per quello che sembra un agguato fallito: in Eduardo Scarpetta, a Ponticelli, intorno alle 23, viene trovato un Honda Sh abbandonato, su una fiancata ci sono 4 fori di proiettile e 10 bossoli sono a terra. Il 1 maggio, infine, alle 3 circa, i Vigili del Fuoco intervengono per una automobile incendiata in via Pasquariello, strada isolata vicino al Conocal. La vettura risulta rubata e nel tettuccio c’è un foro di proiettile: potrebbe essere stata usata per un raid e poi data alle fiamme. 
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