Prima il citofono, poi gli spari: gambizzato in casa a Napoli per uno sgarro

Prima il citofono, poi gli spari: gambizzato in casa a Napoli per uno sgarro
di Giuseppe Crimaldi
Lunedì 5 Novembre 2018, 07:00
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Due colpi di pistola per lanciare un messaggio inequivocabile: i canoni neri della camorra restano spesso incomprensibili, e - anche questa volta - ci sarà da scavare nella vita privata di Mario Loquescio, 54enne pregiudicato di Ponticelli che l'altra notte è stato ferito in casa da due persone che avevano una chiara missione da portare a termine.

Ricostruiamo l'episodio, come emerge dalle stesse dichiarazioni rese dalla vittima alla Polizia di Stato, che adesso indaga sul raid. All'una e mezza della notte tra sabato e domenica Loquescio, che ha precedenti per furto e stupefacenti, è a letto. Vive da solo da qualche tempo, dopo essersi separato dala moglie. Qualcuno bussa alla porta della sua abitazione, che si trova in via Vera Lombardi, nel Rione Conocal, già teatro in passato di numerosi e anche tragici fatti di sangue. Il 54enne si alza e va ad aprire la porta: evidentemente non nutre alcun timore né può immaginare ciò che sta per capitargli. Sull'uscio ci sono due uomini, che - nell'interrogatorio reso ai poliziotti del commissariato Ponticelli - sosterrà di non avere mai visto prima; uno dei due impugna una pistola calibro 7,65, e fa fuoco due volte mirando alle gambe della vittima. Il fragore delle esplosioni risuona secco nella tromba delle scale, e chi li ode teme si tratti di una esecuzione. Invece chi ha sparato ha deliberatamente deciso di risparmiare la vita a Loquescio. Una gambizzazione, dunque, dietro la quale si nasconde un qualche sinistro avvertimento. Subito dopo gli aggressori si dileguano.
 
Alla fine, quando ormai i due aggressori sono fuggiti, qualcuno nel palazzo trova il coraggio di uscire per capire che cosa sia successo. Loquescio viene assistito, perde molto sangue: uno dei due proiettili esplosi gli ha perforato la coscia sinistra, trapassandola da parte a parte. Sul posto arriva un'autoambulanza del 118 che trasporta l'uomo al Loreto Mare. Giungono anche le Volanti del commissariato e gli agenti della Polizia scientifica, che repertano - oltre alle tracce ematiche sul pianerottolo - anche due bossoli di calibro 7,65. In ospedale la vittima viene ascoltata dagli investigatori i quali non hanno dubbi sul fatto che l'agguato sia di chiara matrice camorristica.

Che cosa si cela dietro questo agguato? E chi può averlo ordinato? E - soprattutto - per quale motivo si è deciso di punire Loquiescio? Indagini in corso. Si privilegia la pista che riporta agli ambienti dello spaccio di droga in una zona ad alta densità criminale. A Ponticelli si spaccia a ogni ora del giorno e della notte. E la vendita di cocaina, hashish, marijuana e altro ancora pare avvenga sempre più all'interno dei cortili. Scavando nel passato della vittima - che dopo essere stato ricoverato è stato dichiarato fuori pericolo di vita (ha riportato la frattura del femore) - si trova un solo riferimento a personaggi legati al clan Sarno. Ma i Sarno, oggi, non comandano più a Ponticelli. E dunque dietro il raid ci sarebbero le nuove leve di una delinquenza sempre più agguerrita e spietata.

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