Parcheggiatori, tutti sanno ma nessuno interviene

di Antonio Mattone
Lunedì 9 Luglio 2018, 10:09
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«Se i cittadini non denunciano i parcheggiatori abusivi, non possiamo fare niente per arginare questo fenomeno. Abbiamo le armi spuntate». La dichiarazione del comandante dei vigili urbani di Napoli, rilasciata ieri nell’intervista sulle pagine de «Il Mattino», sembra quanto mai paradossale. Davvero non possono nulla i 1700 caschi bianchi in servizio in città, coadiuvati dagli ausiliari del traffico? È la resa di una battaglia mai combattuta, in una metropoli che aspira a diventare sempre più un luogo attrattivo per i turisti di tutto il mondo.

Sappiamo bene che si tratta di una questione complessa, è che come tale richiede interventi diversificati, ma quello che colpisce è la mancanza di una strategia che provi a mettere in campo qualche forma di contrasto di fronte ad uno strapotere che sta diventando insopportabile.

Chi percorre la sera le strada del centro storico o passeggia nella zona della Riviera di Chiaia, vede questo esercito di guardiamacchine che presidia militarmente, metro dopo metro, ogni spazio utile per parcheggiare un’automobile. Ci sono delle vere e proprie enclave in cui non conviene proprio accostarsi. E i fedeli soldati delle organizzazioni che gestiscono questa attività malavitosa non lasciano scampo: bisogna pagare. Se dobbiamo andare a visitare un parente ricoverato in ospedale e abbiamo poco tempo a disposizione, troviamo il posteggiatore pronto ad aiutarci per sistemare la nostra auto, ovviamente dietro un compenso «a piacere». E se vogliamo andare allo stadio in auto per vedere la partita del Napoli, la sosta della vettura ha una tariffa fissa, 5 euro.

Ma è un po’ tutta la città che è occupata dai parcheggiatori abusivi, dalla periferia al cuore della city, a pochi passi dalla Questura, che dovrebbe essere invece un presidio di legalità. Si parla di oltre duemila addetti per un giro di affari che si aggira attorno ai 100 milioni di euro annui. 

Qualche giorno fa il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli è stato prima minacciato e poi picchiato mentre filmava l’occupazione illegale della sosta nei pressi di un bar di via Marina. Credo che sia capitato a tanti, uscendo dall’autostrada per entrare in città, di imbattersi nell’invasione selvaggia di auto e tavolini lungo questa strada, con annessi rallentamenti. Una situazione sotto gli occhi di tutti su cui nessuno, prima del consigliere dei verdi, aveva osato intervenire.

Tuttavia, bisogna anche osservare che le truppe che ingrossano le fila delle milizie dei guardiamacchine illegali, seppur gestite dalla malavita, non sono composte solo da delinquenti incalliti. Conosco un commesso di un negozio di abbigliamento che è stato licenziato e quando gli hanno affidato il controllo di una strada si presentava ben vestito nel suo nuovo posto di lavoro. Poi, con l’andar del tempo, ha perso quello stile impeccabile nel vestirsi e nei modi di fare con i clienti. 

Ed ancora: nel carcere di Poggioreale ho incontrato Giovanni, un povero diavolo, mingherlino di aspetto, che deve scontare tanti anni di galera per la somma di piccoli reati. Faceva il parcheggiatore abusivo nei pressi di un piccolo ospedale e guadagnava 35 euro al giorno se gli andava bene, di cui una parte doveva versare come tangente al boss della zona. Mi ha confessato che entrato in prigione aveva pensato di uccidersi per la disperazione. Piange, mi abbraccia e poi sorride. Colpisce che in assenza di aiuto, di qualcuno con cui interloquire, la camorra rappresenta il sistema di welfare più efficace in città. 

Tra le tante cose che si potrebbero fare e che sono oggetto di varie discussioni, mi limito a suggerire due proposte. La prima è quella di multare le auto che sostano nelle strisce blu prive del grattino. Non si capisce per quale motivo nelle piazze gestite dagli abusivi, i vigili urbani sono un miraggio.

Questi «fortini», infatti, vengono evitati in modo puntuale, mentre c’è un’alta concentrazione di caschi bianchi in zone più tranquille. In questo modo si scoraggerebbero i residenti a lasciare ai guardiamacchine le loro automobili.
In secondo luogo si potrebbe concentrare la lotta agli abusivi in alcune strade dove è più visibile la loro presenza. Almeno si comincerebbe da qualche parte e si darebbe, in questo modo, un segno concreto ai cittadini che così sarebbero incoraggiati a collaborare. Scaricare tutto il peso della lotta ai parcheggiatori abusivi sugli automobilisti, infatti, appare davvero surreale. Come si dice a Napoli: «i foderi combattono e le sciabole restano appese».
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