Terrorista arrestato a Napoli, l'imam di Licola: «Mai visto qui»

Terrorista arrestato a Napoli, l'imam di Licola: «Mai visto qui»
Venerdì 27 Aprile 2018, 17:47
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«Alagie Touray? Non lo abbiamo mai visto. Non è vero che frequentava questo luogo di culto!» sbotta l'imam Alì della moschea di via del Mare a Licola. Il giorno dopo l'arresto del presunto terrorista di origine gambiana, nella cittadina del litorale domizio la pressione dei media non è gradita. «Noi abbiamo appreso del suo arresto solo ieri dai giornali e dalle televisioni - sbotta - non mi pare che l'arresto sia avvenuto qui. Tutto questo non è corretto». Visibilmente contrariato dal clamore che la vicenda ha suscitato sulla moschea, l'imam spiega: «Noi qui - dice - lavoriamo per la pace e la verità ed accogliamo fedeli di tutte le nazionalità». Ripete: «Quello lì non lo abbiamo mai visto!»

Di certo c'è che Alagie Touray era ospite del centro di accoglienza Circe in via Sibilla, che dista poche centinaia di metri dal luogo di culto islamico e si sarà potuto confondere, in questi mesi che ha trascorso al Circe, tra i tanti che frequentatori della moschea. Stamattina si è svolta regolarmente la giornata di preghiera. Si sono registrati arrivi alla spicciolata di gruppetti di fedeli, ma come hanno riferito alcuni testimoni, non c'è stata l'affluenza degli altri venerdì. Molto probabile che abbia inciso l'effetto mediatico dopo l'arresto del migrante gambiano. La presenza di 'estraneì, giornalisti, cameraman e reporter nei pressi del luogo di culto ha contribuito a tener lontano buona parte dei frequentatori. Sono state, comunque, celebrate in mattinata due funzioni, come appreso da un collaboratore dell'imam, Alì. «Nel pomeriggio rimaniamo chiusi - ha aggiunto uno dei fedeli - probabilmente si riaprirà stasera: dipende da quanta gente verrà. Di certo non ci sarà l'imam che ultimate le funzioni va via. È impegnato a lavorare». Difficile parlare di Alagie Touray anche tra i frequentatori della moschea. La risposta più ricorrente è che non lo conoscono, non lo ricordano. Dice un altro immigrato in un italiano stentato: «Questo qui, indicando il seminterrato, è un luogo di pace. L'imam ce lo ripete sempre. Noi con la gente Isis non abbiamo nulla di uguale».
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