Normale a Napoli, in campo 289 prof dalla Cina agli Usa

Normale a Napoli, in campo 289 prof dalla Cina agli Usa
di Elena Romanazzi
Domenica 6 Gennaio 2019, 09:56 - Ultimo agg. 7 Gennaio, 07:51
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«Lei forse non mi crederà: ho appreso della lettera solo due giorni fa, quando è arrivata alla segreteria della Normale». Il direttore Vincenzo Barone forse se l'aspettava per una vicenda - spiega - che ha tutti gli elementi di una fiction televisiva. È una missiva aperta di pieno sostegno al direttore che conta al momento (le firme si aggiungono ora dopo ora) i nomi di ben 289 prestigiosi tra professori, ricercatori di università non solo italiane ma anche straniere e di esponenti della società civile. Dagli Usa alla Cina, dal Giappone all'Uruguay, da Berlino a Londra, dalla Francia a Madrid, dal Sud al Nord dell'Italia: sostegno pieno e amarezza per quanto è accaduto. Già perché nella lettera i prof plaudono alla proposta originaria di istituire a Napoli una Scuola Normale Superiore a statuto speciale. Iniziativa che - scrivono - «ha scatenato aspre e a nostro parere ingiustificate polemiche da parte di amministrazioni locali e di alcuni rappresentanti locali di partiti nazionali, riguardo al rischio di furti culturali e di perdita di unicità caratterizzanti il territorio». «L'iniziativa del Professor Barone - si legge ancora oltre ad essere supportata da un accurato e credibile piano didattico e scientifico, aveva il pregio di portare una proposta concreta per la crescita culturale dell'Italia Meridionale». Nel manifestare - concludono - il nostro apprezzamento per l'iniziativa del professor Vincenzo Barone, gli esprimiamo la nostra convinta solidarietà e chiediamo all'intera comunità scientifica di porre in atto iniziative affinché il progetto della Scuola possa essere ripreso e approvato senza stravolgimenti in quanto, oltre ad essere un rafforzamento della Scuola Normale di Pisa, rappresenta un intervento positivo e qualificante di buona politica per lo sviluppo della ricerca di eccellenza non solo per il Meridione ma per l'intera Nazione».
 
Due i professori promotori della lettera e della raccolta delle firme: Nino Russo dell'Università della Calabria e Carlo Adamo della Chimie ParisTech. Sostegno e fiducia a chi, il direttore della Normale Vincenzo Barone, deve affrontare («con estrema serenità») mercoledì prossimo una riunione del Senato Accademico dove è stata presentata una mozione di sfiducia (nello statuto della Normale la possibilità della sfiducia è stata introdotta dallo stesso Barone) dagli studenti e da una parte del corpo docente dove si accusa il direttore di «mancanza di trasparenza» e di «confronto» nella gestione della nascita di una Scuola Superiore meridionale a Napoli. Progetto naufragato ma non del tutto. Dall'emendamento presentato dall'esecutivo è bastato cancellare ogni riferimento alla «Normale» di Pisa per far contento il sindaco di Pisa che ha portato avanti la battaglia Michele Conti e il deputato Edoardo Ziello, segretario del Carroccio locale. La scuola meridionale si farà ma non sul modello della Normale, un po' ibrida, «non condivisibile - aggiunge Barone - rispetto a quello che era il progetto iniziale che comunque doveva essere corretto».
LO SCONTRO
È stato aspro. «Si sono dette e scritte - spiega al Mattino Barone - mezze verità e molte bugie». L'iter della nascita della Normale a Napoli è stato lungo e complesso. «Già nel primo emendamento c'erano aspetti che andavano modificati - ribadisce Barone - e che sono stati puntualmente elencati». Giorni intensi. L'11 dicembre la riunione alla Normale. «Avevo 39 di febbre - racconta Barone - forse non mi sarò espresso in maniera esaustiva». Il giorno successivo al Miur, quello che Barone considera «l'origine dell'affossamento del progetto». La presa di posizione del sindaco che raccontò di avere la fila dei dipendenti della Normale preoccupati per l'evolversi della vicenda e quella di Ziello che aveva raccolto le perplessità dei professori. L'inizio dello stravolgimento del progetto e anche della levata di scudo contro Barone.
IL FUTURO
«Mai avuto interessi personali» ribadisce Barone a chi l'ha accusato di questo. Mercoledì prossimo la riunione del Senato Accademico. «Se non sarò direttore della scuola tengo alla mia dignità e onorabilità, ho una mia credibilità scientifica che viene riconosciuta a livello internazionale e questo - spiega - ciò che ho imparato in questo periodo. Sono sereno rispetto a quello che considero tutta una fiction televisiva». L'ultima puntata non è stata ancora scritta. Ma di sicuro dovrà tener conto della fiducia e della solidarietà manifestata a Barone.
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