Cesaro, giudice al meeting Forza Italia;
il caso finisce sul tavolo del Csm

Cesaro, giudice al meeting Forza Italia; il caso finisce sul tavolo del Csm
di Gigi Di Fiore
Mercoledì 31 Gennaio 2018, 08:24 - Ultimo agg. 11:03
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Sullo sfondo le bandiere di Forza Italia. In primo piano, invece, quattro uomini in foto e, tra loro, con Francesco Salerno consigliere di Fi alla municipalità di Chiaia, c'è anche il presidente del collegio penale del tribunale di Napoli nord, Giuseppe Cioffi. La foto, che compariva su un profilo Facebook fino a qualche tempo fa, risale alla convention di Fi a Ischia del 14 ottobre scorso ed è stata pubblicata da «Repubblica». È esploso subito un caso, proprio nella prima giornata di campagna elettorale.

Un caso politico-giudiziario, legato al processo che, dallo scorso dicembre, è affidato al collegio presieduto da Cioffi. Il processo per concorso esterno in associazione camorristica, con imputati Aniello e Raffaele Cesaro, fratelli di Luigi deputato uscente fresco di candidatura al collegio plurinominale Campania 3 per il Senato. Il magistrato che deve giudicare i fratelli del candidato di Fi, fotografato ad una manifestazione dello stesso partito?
Cioffi, già giudice alla terza sezione penale del tribunale di Napoli e ora, da giudice anziano, presidente di collegio penale a Napoli nord, si difende. Dopo un colloquio con la presidente del Tribunale Napoli nord, Elisabetta Garzo, diffonde un comunicato ufficiale. E scrive: «Non ho mai preso parte alla convention, mi sono trovato il giorno dopo a prendere un caffè con alcuni amici presso il bar dell'albergo dove si era tenuto il meeting, con le bandiere del partito che ancora non erano state rimosse». E ancora: «La foto non dice ciò che è accaduto veramente, ma è stata estrapolata per attaccare me e la magistratura».

Una difesa che, per ora, sembra allontanare l'ipotesi di una volontaria astensione dal processo. Finora, con i due fratelli Cesaro collegati in videoconferenza dal carcere di Terni, nel processo si sono celebrate due udienze. La prossima è fissata a marzo, dopo che il pm della Dda napoletana, Mariella Di Mauro, ha chiesto le trascrizioni delle tantissime intercettazioni depositate. Spiega la presidente Garzo: «La legge mi affida il potere di vigilanza, dopo aver appreso la notizia. Ho visionato il comunicato del collega, per ora non ho elementi per invitarlo ad astenersi. Si vedrà nel prosieguo del processo, ma nel frattempo ho dovuto segnalare la vicenda al Csm come sono obbligata a fare».

 

Oltre alla volontaria astensione dell'interessato, su cui dovrebbe decidere la presidente Garzo, alla prossima udienza potrebbe essere le parti a chiedere la ricusazione. Pm per primo. Accadde più di venti anni fa, al processo sui rapporti politica-camorra alla prima corte d'Assise di Napoli. Il famoso processo Maglio, in cui la Procura ricusò il presidente che fu poi sostituito. Potrebbe accadere anche in questo caso, ma spiega ancora il presidente Cioffi: «La verità è che io ero a Ischia in una casa privata quando si è tenuta la convention, a cui non ho assolutamente partecipato. Il giorno dopo, ricordo era domenica 15 ottobre, ho incontrato degli amici, tra cui uno che aveva preso parte alla convention del giorno prima. Loro mi hanno invitato a prendere un caffè presso il bar dell'albergo, dove sono stato fotografato. Le bandiere c'erano, ma forse perché non erano state ancora rimosse». La ricusazione, naturalmente, potrebbe essere richiesta anche dai difensori, con un atto motivato.

Nell'inchiesta che ha dato origine al processo, all'inizio con i suoi fratelli era indagato anche Luigi Cesaro. Anche per lui era stato chiesto l'arresto, ma la richiesta era stata annullata prima dal Riesame e poi dalla Cassazione prima che potesse esprimersi la giunta parlamentare alle autorizzazioni all'arresto. Poi, è arrivata l'archiviazione su richiesta della Procura.


Sul presidente Cioffi, sono anche circolate voci di una possibile candidatura nelle liste del centrodestra. Ma, ancora una volta, l'interessato smentisce scrivendo nel suo comunicato: «Sono sempre stato lontano dalla politica e continuerò a farlo». Astensione e ricusazione sono possibili nel caso in cui si dimostrasse che il presidente Cioffi non è più sereno nel giudizio. «Al momento, il collega mi ha assicurato di sentirsi tranquillo e assolutamente sereno in questa vicenda» conclude la presidente Garzo.
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