Naziskin, il vento del nuovo fascismo spacca la Lega: Salvini contro Maroni

Naziskin, il vento del nuovo fascismo spacca la Lega: Salvini contro Maroni
di Valentino Di Giacomo
Sabato 2 Dicembre 2017, 10:46 - Ultimo agg. 20:14
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«I valori della Resistenza e dell'antifascismo sono valori fondativi della nostra democrazia e della nostra Repubblica, non dobbiamo mai dimenticarlo. Mi sembra sia giusto dire che nella nostra democrazia non c'è spazio per coloro che vogliono imporsi con le intimidazioni e con la violenza». È sceso in campo anche il ministro dell'Interno, Marco Minniti, dopo l'episodio dell'incursione degli skinhead nell'associazione di Como. Ma non si accenna a placare la polemica politica soprattutto in seguito alle dichiarazioni rilasciate dal leader della Lega, Matteo Salvini, nel corso del suo tour elettorale a Castelvolturno. «Il problema aveva detto il capo del Carroccio sono i migranti non gli naziskin».

Una posizione non condivisa dal governatore della Lombardia, Roberto Maroni, che invece ieri è intervenuto per condannare duramente l'episodio di Como spiegando che «la Lega non è né di destra né di sinistra e non bisognerebbe lasciare spazio a coperture politiche di questo tipo». Al presidente lombardo subito è arrivata, abbastanza piccata, la risposta del suo segretario di partito. «Maroni ha detto Salvini faccia il suo mestiere, il problema non sono quattro ragazzi che leggono un volantino». Opinione duramente contrastata anche dal Pd che ha convocato proprio a Como una manifestazione per il prossimo 9 dicembre contro il nazismo. «È stata un'idea di Veltroni ha detto Renzi - quando un personaggio come quello che ha fatto irruzione in un'associazione di volontari inneggia ad Hitler e sostiene che l'unico errore di Mussolini sia stato perdere la guerra, penso che tutte le realtà democratiche dovrebbero avere la forza e la voglia di reagire».
 
Intanto le forze dell'ordine fanno sapere che sono stati tutti identificati i 13 componenti del gruppo di estrema destra che martedì sera in uno spazio di proprietà comunale hanno interrotto la riunione per leggere un proclama contro l'immigrazione e contro le associazioni che si occupano di migranti. L'identificazione è avvenuta grazie alla collaborazione di varie questure alle quali era stato inviato il filmato del blitz. Si tratta di giovani già noti alla Digos perché legati agli ambienti degli ultrà del Como, altri provengono da Brescia e da Mantova, tutti erano già conosciuti per le loro attività negli ambienti neofascisti. L'episodio non resterà impunito e i partecipanti al blitz saranno denunciati con l'imputazione di violenza privata. Il gruppo di skinhead ritiene invece di non aver commesso reati. «Non era un incontro segreto, ma pubblico ha replicato uno degli incursori - non c'è stata alcuna violenza. Di denunce ne possono fare anche diecimila, non cambieremo di una virgola».

Un mondo molto variegato quello degli skinhead, soprattutto in Italia, fino ad oggi più un fenomeno di costume che un vero e proprio cartello politico. Nel nostro Paese i gruppi di «teste rasate» sono diffusi più al Nord che al Sud: in Veneto si trovano i militanti più attivi e infatti cinque tra gli incursori di Como provenivano dalla provincia di Vicenza. Un universo frammentato e con posizioni spesso discordanti tra loro. Gruppi conosciuti di skinhead ci sono a Torino, Savona, Firenze, Bologna e, soprattutto, nella Capitale dove si mischiano alla galassia di aderenti a Casapound o Forza Nuova. Anche tra gli incursori di Como, ad esempio, c'era un attivista che aveva tentato di entrare in Parlamento prima con Fiamma Tricolore e che poi ha aderito alla Destra di Francesco Storace. Ma la cultura skinhead è diffusa soprattutto come fenomeno culturale, anche in molte scuole del Sud ed è a volte riconoscibile tra i ragazzi che frequentano alcuni locali del centro storico di Napoli con capelli rasati, basette, anfibi, bretelle e le immancabili camicie di Ben Sherman. E non sempre è possibile identificare le teste rasate con culture legate al razzismo. Anche sui social network, ad esempio, i gruppi più numerosi sono quelli che si professano contro il pregiudizio razziale e sono fan di musica metallara, complessi punk degli anni '80, senza disdegnare i gruppi ska e reggae. Un movimento che sembra abbracciare diverse culture.

La nascita delle teste rasate. Lo skinhead è nato alla fine degli anni '60 nelle periferie delle città inglesi, abitate da famiglie proletarie, generalmente composte da operai.
 
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