Il boss e la casa famiglia: sindaco
e vescovo testimoni dei pm

Il boss e la casa famiglia: sindaco e vescovo testimoni dei pm
di Nicola Sorrentino
Sabato 6 Ottobre 2018, 06:45 - Ultimo agg. 09:45
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Il vescovo Giuseppe Giudice, il sindaco Manlio Torquato, i consiglieri comunali e un ex boss della camorra. Questi e altri sono i testimoni che la procura Antimafia di Salerno chiamerà a deporre per il processo «Un’altra storia», l’indagine che ipotizza un patto tra un ex assessore del Comune, un ex consigliere comunale, un aspirante consigliere e la criminalità organizzata, rappresentata da Antonio Pignataro, l’ex cutoliano condannato per l’omicidio della piccola Simonetta Lamberti.

L’ipotesi di quell’accordo prevedeva voti alle elezioni di giugno per gli aspiranti candidati e ora imputati, Carlo Bianco e Ciro Eboli, in cambio dell’approvazione di una delibera di giunta, che avrebbe fatto partire l’iter per la costruzione di una casa famiglia. Oltre ai carabinieri del Ros, il tenente colonnello Gabriele Mambor e Giancarlo Santagata, il pm Vincenzo Senatore chiamerà a testimoniare il vescovo Giuseppe Giudice, il suo segretario Angelo Santitoro, i parroci Domenico Cinque e Antonio Adinolfi. Insieme al sindaco Manlio Torquato, saranno chiamati a riferire su quello che è il cuore del processo: quella casa mensa sulla quale il boss Antonio Pignataro avrebbe messo gli occhi e che doveva sorgere a Montevescovado, su un terreno di proprietà della parrocchia San Giuseppe. Circostanza costata il processo anche al parroco don Alfonso Santoriello sospeso poi dall’incarico.
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