Berlusconi, che ha ascoltato con estrema attenzione gli interventi per lungo tempo – a testimonianza di un grande attaccamento alle cose di questa terra -, ha ribadito che sovvertire l’accordo nazionale, che demanda la scelta a FdI, è operazione al momento da considerare complicata. Però, e su questo è sembrato a chi c’era molto ricettivo, ha compreso il ragionamento dei suoi e probabilmente proverà a incidere nei prossimi giorni: non una bocciatura sulle persone, ma dubbi sulla capacità di successo di Marco Marsilio, Massimiliano Foschi, Giandonato Morra. Ancor più se, come ha fatto notare la delegazione, è vero che oggi la forbice tra il centrodestra unito e i Cinque Stelle è piuttosto risicata. In ogni caso il Cavaliere ha mostrato interesse massimo per l’Abruzzo, tanto da annunciare il suo ritorno all’Aquila il 6 dicembre, per l’inaugurazione della chiesa delle Anime Sante.
«Il summit a Roma di Forza Italia con Silvio Berlusconi sulle elezioni in Abruzzo è stato una riprova della coesione del partito in tutte le sue componenti e della condivisione delle linee guida per la conquista della Regione – ha detto Pagano in una nota -. E’ emersa invece la compattezza negli obiettivi e la condivisione del percorso per raggiungerli. Con convinzione e ricchezza di argomentazioni è stato ribadito al leader Berlusconi che Forza Italia in Abruzzo è l’unica espressione politica in grado di identificare e indicare un candidato autorevole e conosciuto, in grado di vincere la competizione elettorale e riportare il centrodestra alla guida. Gli azzurri sono peraltro gli unici della coalizione ad avere esperienza amministrativa in Consiglio regionale. L’insoddisfazione degli esponenti di Forza Italia è legata alla scarsa rappresentatività sul territorio degli esponenti della terna fornita da Fratelli D’Italia, non certamente alle qualità personali dei tre candidati espressi. Di qui la richiesta corale a Berlusconi di un passo fattivo per rivedere l’impegno assunto su scala nazionale, proprio per le peculiarità dell’Abruzzo».
L’atteso vertice nazionale avrebbe dovuto tenersi ieri, ma è slittato. Con un piccolo “giallo”: c’è chi attribuisce il rinvio a un momento di riflessione chiesto dalla Meloni, chi all’indisponibilità di Lega. In ogni caso la sensazione è che il redde rationem sia alle porte, benché la pressione delle dinamiche nazionali renda difficile un ragionamento sereno sulle elezioni abruzzesi. Che, è stato ribadito anche a palazzo Grazioli, difficilmente slitteranno al mese di maggio, così come chiede, ad esempio, la maggioranza in Basilicata.
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