Bari, il ministro Bonafede al Palagiustizia: «Interverremo presto»

Il ministro Bonafede
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Giovedì 7 Giugno 2018, 21:47 - Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 17:11
Sei giorni fa ha giurato sulla Costituzione come ministro della Giustizia e oggi, alla sua prima uscita pubblica, Alfonso Bonafede è stato a Bari con avvocati e magistrati nelle tende, tra caldo e zanzare, dove da ormai undici giorni si celebrano le udienze di rinvio dei processi penali dopo la dichiarazione di inagibilità del Palagiustizia di via Nazariantz. Quelle tende, però, dovranno essere smantellate al più presto e a tal fine il ministro ha annunciato che valuterà «se con un decreto legge si può intervenire immediatamente per sospendere i termini» processuali. Per il momento non sarà dichiarato lo stato di emergenza ma, soprattutto, non sarà nominato alcun commissario.

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«Ci sono io - ha detto Bonafede - e intendo portare avanti questa cosa personalmente. Questa soluzione del commissario avviene di fronte all'inerzia del ministro. Siccome il ministro non è inerte, allo stato attuale non c'è nessun motivo per nominare un commissario». Nell'area della tendopoli il ministro è stato accolto dal «qui crolla» urlato dal personale amministrativo.

«Non è concepibile che in uno stato di diritto - ha detto Bonafede - un ministro incontri una cancelliera che in lacrime gli dice "per favore aiutateci". Non è concepibile in uno stato di diritto che un ministro entri in una tenda dove giudici e avvocati in un bagno di sudore portano avanti le sorti della Giustizia di questo Paese». Bonafede ha poi visitato l'ex sede distaccata del Tribunale di Modugno (Bari) e in Corte di Appello i vertici degli uffici giudiziari. Nella sua giornata barese, in tour tra le sedi dei Tribunali sotto le tende con oltre i 30 gradi e le impalcature, il ministro ha ascoltato richieste ed esigenze per «far sentire a tutti gli operatori del diritto, giudici, avvocati, cancellieri, ai cittadini, agli imputati che hanno diritto alla difesa costituzionalmente garantita, una vicinanza non soltanto istituzionale ma anche e soprattutto umana».

Situazione «drammatica», «grave e urgente», «impossibile». Per tutto il giorno Bonafede ha descritto così quello che ha visto a Bari, «dimostrazione di una situazione della Giustizia oggettivamente precaria». «Una situazione analoga ad una calamità naturale in cui manca solo l'evento crollo» l'ha definita il presidente dell'Ordine degli avvocati di Bari, Giovanni Stefanì, insistendo con la richiesta di uno stato d'emergenza. Il ministro ha ribadito che finora le soluzioni individuate sono i due immobili di Modugno e via Brigata Regina, «che però non sarebbero certamente soddisfacenti rispetto alle esigenze di giustizia», ha assicurato verifiche in corso su altre proposte pervenute dalla Conferenza permanente (la nuova sede della Regione Puglia e la Cittadella della Guardia di Finanza) e ha annunciato risposte entro lunedì-martedì, quando si chiuderà la ricerca di mercato. L'obiettivo è l'individuazione di una sede unica per gli uffici penali come soluzione ponte, in attesa della realizzazione del polo della Giustizia nelle ex Casermette, e che consenta di ricominciare a celebrare processi.

«La funzione Giustizia non si può interrompere - ha detto il sindaco di Bari, Antonio Decaro -.
Questa è una città che sta combattendo con 16 clan criminali, li ha decapitati grazie all'azione della magistratura e delle forze dell'ordine, la città ha reagito, ci sono commercianti e imprenditori che hanno denunciato le estorsioni e non vogliamo tornare indietro». Per l'Associazione nazionale magistrati «il ministro è determinato ad affrontare il problema», ma l'Anm ritiene «insoddisfacente - sottolinea il presidente Francesco Minisci - la proposta di trasferire gli uffici giudiziari penali di Bari in due edifici, uno nel centro della città e l'altro a Modugno».
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